Non solo Sinner. Al Foro Italico di Roma durante gli Internazionali c’è tantissima arte contemporanea
Un racconto corale tra arte e design trasforma il tempio del tennis italiano in un percorso immersivo, coniugando storia e visioni del presente

Da spazio monumentale a spazio dell’abitare, e del vivere: nei giorni del più importante torneo tennistico italiano, gli Internazionali BNL d’Italia, il Foro Italico di Roma si trasforma grazie a un progetto che coniuga arte e design, con nomi di punta italiani e non. È un racconto corale e immersivo, quello che Paesaggi, il progetto espositivo curato da Giorgio Galotti e Claudia Pignatale porta al tempio del tennis italiano (e uno dei più amati a livello globale) dal 6 al 18 maggio 2025, trasfigurandolo in una galleria a cielo aperto tra natura, storia e arte.















“Paesaggi” al Foro Italico di Roma: il percorso
Gli artisti e designer coinvolti sono Alfredo Pirri, Alice Guareschi, BRH+, Duccio Maria Gambi, Flavio Favelli, Federico Maddalozzo, Front Design, Johannes Thorpe, Jonathan Olivares, Marco Pettinari, Marco Ripa, Matteo Cibic, Millim Studio, Patricia Urquiola, e Ron Arad.
Il percorso inizia dal Parco del complesso sportivo alla base di Monte Mario, passa attraverso la Sala delle armi di Luigi Moretti e arriva fino alle lounge delle Corporate hospitality. Dall’ingresso, e fino allo Stadio dei Marmi, sono le frasi metalliche sospese di Alice Guareschi ad accompagnare pubblico e atleti, da Single points that form different lines that make news figures a It is about time. Come dopo un’apocalisse, compare sul Ponte dei Campioni la scritta Foro Italico, opera di Federico Maddalozzo: consumata, si fa segno materiale del passare del tempo, in un luogo dove la linea di continuità con il passato pre e postbellico di Roma sembra quasi ininterrotta. Poi, sempre all’aperto, è la volta dei misteriosi marmi glifati Memories of another future di Duccio Maria Gambi e dei vasi antropomorfi Garden Guru di Matteo Cibic per Stiga, parte del suo bestiario utopico.
“Paesaggi” al Foro Italico di Roma: dentro la Sala delle Armi
Arriviamo, nella Sala delle Armi, al clou del percorso: l’intervento di Alfredo Pirri sono trecento metri di specchi infranti, posti sul pavimento a comporre Passi, un’opera già prodotta dall’artista per diverse istituzioni e qui riproposta in versione 2025 in dialogo con le architetture razionaliste di Luigi Moretti. Ad accompagnare l’installazione, sulla parete, delle visioni in blu. Appoggiato sull’installazione, ad ammorbidirne l’impatto, il divano Gruuvelot di Patricia Urquiola per Moroso e gli sgabelli di Marco Ripa.

“Paesaggi” al Foro Italico di Roma: le lounge intorno allo Stadio Centrale
Infine, si arriva alle lounge intorno allo Stadio Centrale. Torna Maddalozzo, con i suoi pezzi di carrozzerie avvolte in carta luccicante, insieme al tavolo Mostro in marmo rosa peralba e travertino di BRH+ per MMOOS. Sempre nelle lounge, Ron Arad apre a un ambiente domestico pixelato con la sua composizione di divani Dolorez per Moroso, accostata ai coffee table torniti a mano in alluminio Metallique di Millim Studio. Nella sala Montemario Nord compaiono quindi i tavolini in plexiglass Ishizumi di Marco Pettinari, di ispirazione giapponese, mentre nella Lounge Autorità i collage di Flavio Favelli trasformano gli incartamenti di cioccolatini in costellazioni astratte.
Giulia Giaume
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