A Roma arte e medicina si fondono raccontando la vita nella mostra di Cesare Pietroiusti

Cesare Pietroiusti rievoca la figura del padre, ginecologo, e il proprio rapporto “mancato” con la medicina, in una mostra che invita a riflettere sui temi legati alla maternità, alla vita che nasce, fino a quello che è oggi un diritto: l’aborto

Cesare Pietroiusti, artista romano laureato in Psichiatrica nel 1979, narratore delle problematicità dell’ordinaria esistenza, è in mostra per la seconda volta alla Gallery Apart di Roma con Materia Paterna. Un discorso continuativo con la precedente Valori, realizzata nella stessa galleria nel 2022. Entrambe sono incentrate sulla figura del padre, inteso non in senso generale, ma in senso individuale e soggettivo. Tuttavia, il titolo rivela qualcosa di più profondo, e dal termine “Materia” viene ricavato “mater”, un riferimento alla madre, e alla donna, in senso universale.

I ricordi di Cesare Pietroiusti

Pietroiusti ricorda ancora una volta l’appartamento in via Novara, la sua casa di famiglia, appartenuta prima ai nonni e poi successivamente ai suoi genitori. Un luogo di infanzia e di vita, di ricordi e di famiglia. È immediatamente chiaro come non sia sempre semplice ricordare il passato e ri-confrontarsi con esso, ma alcune volte può evolvere e trasformarsi in qualcosa di nuovo e condivisibile. L’artista ha da sempre guardato indietro, e ripreso, toccato con le sue mani i pezzi della sua vita, e delle vite di chi c’era prima di lui. Già con la mostra Valori del 2022 aveva iniziato a raccogliere oggetti provenienti da quella casa, e nello specifico i francobolli collezionati dal padre. La casa è stata completamente svuotata, e poi venduta. Oggi, però, nella mostra egli ritorna sui francobolli. Una deposizione di buste delle case d’asta, assieme ai prezzi dei francobolli collezionati dal padre, emerge al centro della sala della galleria, e non solo dimostra la passione collezionistica del padre, ma rimarca anche il valore monetario di quest’ultima, esponendo i prezzi – talvolta anche particolarmente alti- dei francobolli. E l’aspetto economico è, assieme a quello famigliare, un fil rougenella ricerca artistica di Pietroiusti.

Il padre e la madre nella mostra di Cesare Pietroiusti a The Gallery Apart a Roma

Il padre è qui narrato in maniera più profonda, intima e, se si vuole, anche viscerale. Una piccola foto esposta all’ingresso mostra un momento d’infanzia fra Cesare e Guido. Il padre è rivolto quasi totalmente di spalle verso l’obiettivo, e gioca a scacchi con il figlio. Un momento di condivisione, un ricordo, a cui Pietroiusti è legato. Cesare Pietroiusti, nella casa in via Novara, ha trovato numerose fotografie di ventri materni, caratterizzati da colori e sfumature venose, e che appaiono come sfere simili a pianeti. Questi mondi sconosciuti, da cui noi tutti proveniamo, sono esposti alle pareti della galleria e diventano testimonianza non solo del lavoro medico del padre, ginecologo, ma di qualcosa che riguarda anche l’universo intero. Così come Courbet dipingeva l’Origine del mondo, qui Pietroiusti permette, attraverso questi scatti di interni organici, di guardare laddove noi nasciamo, in una forma vera, intima, e allo stesso tempo straniante.

 Arte, medicina e aborto nelle opere di Cesare Pietroiusti

Materia Paterna è un progetto che si pone fra il ricordo e la carriera del padre, ma è anche una riflessione sul presente di Pietroiusti e su ciò che ha scelto di essere. Il lavoro di ricerca sul padre e sulla ginecologia guida verso una riflessione che mette inevitabilmente l’arte in rapporto alla medicina, in forma tanto inaspettata quanto sottile. Pietroiusti non ha preso la sua stessa strada, ma ha scelto di essere artista. E in questa mostra più che mai emerge l’intreccio di questi due universi opposti, che creano una narrazione soggettiva e universale.
Anche la nascita  diventa un tema indagato da Pietroiusti, in forma ottica, attraverso i colori della nascita, il rosa e il blu. Con le copertine di pubblicazioni scientifiche appartenute al padre, realizza un collage che si pone a metà tra il concettuale e l’astratto-geometrico. Infine, la scultura “ascendente” di dilatatori uterini in acciaio che, come su un piano di operazione, mettono in luce un’ulteriore tematica interessante: l’aborto. Il tema è tagliente e richiama anche riflessioni sul periodo in cui questa pratica, ad oggi diritto basilare, era giudicata spesso negativamente. 

Cesare Pietroiusti, Materia paterna, installation view at The Gallery Apart, Roma, 2025. Photo Eleonora Cerri Pecorella
Cesare Pietroiusti, Materia paterna, installation view at The Gallery Apart, Roma, 2025. Photo Eleonora Cerri Pecorella

La mostra come progetto di vita

Il lavoro di Pietroiusti è dunque un’analisi del sé, e del suo rapporto “mancato” con la medicina. E quella distanza oggi viene colmata, forse, in un rapporto sottile, a tratti incomprensibile, un po’ imbarazzato, nostalgico ma anche familiare tra arte e medicina, tra corpo e idea, tra carne e immagine. La mostra, però, è anche un progetto di vita. Uno dei tanti di Pietroiusti, che si aggiunge al grande puzzle di opere con cui – in forme più o meno problematiche, più o meno difficili, più o meno impenetrabili – ha raccontato cosa significa vivere una vita.

Barbara Blasi

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