Arte contemporanea alle Terme di Diocleziano a Roma. Svelata “l’ottava testa” di Elisabetta Benassi

Per l’artista romana, il classico è un nodo da ripensare, oltre l’immaginario che crediamo di conoscere a memoria. E il suo “Camelopardalis”, pensato per il chiostro di Michelangelo, affronta in modo inedito il dialogo tra antico e moderno

Alla fine del 2023, l’esito del concorso di idee per dotare di una nuova opera di arte contemporanea il complesso delle Terme di Diocleziano (una delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano) indicava il nome di Elisabetta Benassi (Roma, 1966), scelta per “l’originalità del progetto”, basato sulla “relazione tra la testa di animale e il suo supporto, inserite in un contesto contemporaneo all’interno della tradizione dell’arte concettuale avviata dalle avanguardie storiche del Ventesimo Secolo”.
Il bando dava infatti attuazione al progetto L’ottava testa, correlato alle operazioni di valorizzazione del patrimonio conservato alle Terme, sede museale da tempo improntata al dialogo tra antico e contemporaneo.

Il progetto “L’ottava testa” alle Terme di Diocleziano di Roma

Un’iniziativa nata a partire dal restauro sostenuto dall’Associazione Mecenati Roman Heritage di sette sculture in marmo collocate dalla fine dell’Ottocento negli spazi del chiostro di Michelangelo, inaugurato nel 1565 (come parte della Certosa di Santa Maria degli Angeli, che il Buonarroti progettò sui ruderi delle terme romane) e contrassegnato, all’imbocco delle quattro vie principali che lo attraversano, da quattro coppie di pilastri. Il primo allestimento del museo prevedeva di ornare ogni pilastro con altrettante teste monumentali di animale in marmo, di provenienze diverse: quattro rinvenute nell’area della Colonna Traiana durante scavi cinquecenteschi (un cavallo, due tori e un dromedario), tre opera di artisti rinascimentali attivi alla fine del XVI secolo (l’ariete, l’elefante e un rinoceronte ispirato a un celebre disegno di Albrecht Durer). Ripristinate grazie a un intervento di pulitura realizzato con metodi innovativi basati sull’uso di biocidi naturali e oli essenziali, le sculture in questione occupano solo sette degli otto pilastri presenti. E l’opera inedita di Benassi – scelta da un comitato scientifico composto da Maite Bulgari, Damiana Leoni (contemporary art consultant), il Direttore generale Musei Massimo Osanna, Ludovico Pratesi (curatore e critico d’arte) e il direttore del Museo Nazionale Romano Stéphane Verger – sormonterà proprio l’ottava colonna, rimasta finora sguarnita.

Elisabetta Benassi, Camelopardalis
Elisabetta Benassi, Camelopardalis

L’ottava testa di Elisabetta Benassi: “Camelopardalis” nel chiostro di Michelangelo

A distanza di qualche mese dalla commissione, l’ottava testa sarà collocata in situ e svelata il prossimo 10 giugno, entrando nelle collezioni del Museo Nazionale Romano. Camelopardalis (testa di Michelangelo),come l’artista ha scelto di ribattezzare l’opera,fa riferimento al tempo trascorso e si rapporta all’arte classica con i linguaggi del contemporaneo: “Mettermi in relazione con il Museo Nazionale Romano e l’arte antica” spiega a riguardoBenassi “mi consente di misurarmi con l’idea di un tempo molto più vasto, stratificato e profondo. Penso che passato e presente vadano visti in modo non lineare ma dialettico, e anche con questa opera ho cercato di rendere difficile la vita al classico che crediamo di conoscere a memoria, e di restituirlo invece come un nodo da ripensare“.
L’artista romana, del resto, ha da sempre improntato la sua ricerca su un’osservazione critica dell’eredità culturale, politica e artistica della modernità, utilizzando diversi media, dall’installazione alla fotografia, al video, come testimonia l’antologica che il Museo Macro di Roma le dedica in queste settimane (Autoritratto al lavoro, fino al 25 agosto), riunendo opere realizzate dal 2000 ad oggi. Per il Museo Nazionale Romano, Benassi ha già realizzato, nel 2018, l’installazione Empire, dal 2022 stabilmente nella sede di Crypta Balbi.

Livia Montagnoli

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