Arte contemporanea al fianco dell’archeologia alle Terme di Diocleziano a Roma. Arriva un’opera di Elisabetta Benassi

Promosso dall’Associazione Mecenati Roman Heritage con il Museo Nazionale Romano, il progetto “L’ottava testa” stabilisce una relazione tra antico e contemporaneo, commissionando un’opera inedita da collocare nel chiostro di Michelangelo. Ad aggiudicarsi il lavoro è l’artista romana che lavora sul tempo

Alla fine del 2022, il Museo Nazionale Romano annunciava un imponente progetto di rinnovamento delle sue quattro sedi capitoline (Terme di Diocleziano, Palazzo Massimo, Palazzo Altemps e Crypta Balbi), possibile grazie al PNRR – con uno stanziamento ingente pari a 71 milioni di euro – e alla disponibilità di finanziamenti pregressi. Un cantiere di restauro diffuso che si protrarrà nei prossimi anni, con l’obiettivo di mettere in sicurezza ed efficientare gli impianti museali esistenti e al contempo aprire nuovi spazi espositivi, per valorizzare le sconfinate collezioni del Museo Nazionale Romano.
Alle Terme di Diocleziano, in quest’ottica, si è deciso di ampliare e ripensare il percorso di visita, riaprendo i piani superiori delle quattro ali che circondano il Chiostro di Michelangelo e il chiostro piccolo della Certosa, e restaurando importanti reperti. Adibita al racconto della storia della Roma Antica, la sede del polo museale romano ricavata negli spazi del più grande tra i complessi termali dell’impero romano (prima sede designata del Museo Nazionale Romano, nel 1889) è da tempo improntata al dialogo tra antico e contemporaneo.

Teste di animale antiche e moderne, chiostro di Michelangelo, Terme di Diocleziano
Teste di animale antiche e moderne, chiostro di Michelangelo, Terme di Diocleziano

Il progetto L’ottava testa: il dialogo tra antico e contemporaneo

E si muove in questa direzione il progetto L’ottava testa, al contempo correlato alle operazioni di valorizzazione del patrimonio conservato alle Terme. L’iniziativa prende vita, infatti, a partire dal restauro sostenuto dall’Associazione Mecenati Roman Heritage di sette sculture in marmo collocate dalla fine dell’Ottocento negli spazi del chiostro di Michelangelo, inaugurato nel 1565 e contrassegnato, all’imbocco delle quattro vie principali che lo attraversano, da quattro coppie di pilastri. Il primo allestimento del museo prevedeva di ornare ogni pilastro con altrettante teste monumentali di animale in marmo, di provenienze diverse: quattro rinvenute nell’area della Colonna Traiana durante scavi cinquecenteschi (un cavallo, due tori e un dromedario), tre opera di artisti rinascimentali attivi alla fine del XVI secolo (l’ariete, l’elefante e un rinoceronte ispirato a un celebre disegno di Albrecht Durer). Ripristinate grazie a un intervento di pulitura realizzato con metodi innovativi basati sull’uso di biocidi naturali e oli essenziali, le sculture in questione occupano solo sette degli otto pilastri presenti. Ma l’ottava colonna, rimasta finora sguarnita, presto accoglierà un’opera d’arte contemporanea, chiamata a dialogare con la scultura antica e moderna. E l’opera inedita sarà realizzata dall’artista selezionata dal comitato scientifico del progetto che ha visto collaborare Mecenati Roman Heritage con il Museo Nazionale Romano.

L’opera site-specific di Elisabetta Benassi per il Chiostro di Michelangelo

Composto da Maite Bulgari, Damiana Leoni (contemporary art consultant), il Direttore generale Musei Massimo Osanna, Ludovico Pratesi (curatore e critico d’arte) e il direttore del Museo Nazionale Romano Stéphane Verger, il comitato ha individuato il vincitore all’interno di una rosa di artisti invitati a presentare la propria idea progettuale: Giorgio Andreotta Calò, Elisabetta Benassi, Monica Bonvicini, Paola Pivi e Francesco Vezzoli. Ad aggiudicarsi la commissione è Elisabetta Benassi (Roma, 1966), scelta per “l’originalità del progetto”, basato sulla “relazione tra la testa di animale e il suo supporto, inserite in un contesto contemporaneo all’interno della tradizione dell’arte concettuale avviata dalle avanguardie storiche del Ventesimo Secolo”. L’opera, che si dice nella motivazione ufficiale darà particolare risalto al rapporto tra i linguaggi del contemporaneo e l’arte classica – in linea con la ricerca di Benassi, che da sempre indaga l’eredità culturale per rappresentare il presente, evidenziandone gli aspetti più controversi e mettendo in discussione l’identità contemporanea – sarà collocata in situ e svelata al pubblico nel mese di maggio 2024.

Livia Montagnoli

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