About Us. La mostra di Tracey Snelling a Venezia

Ci sono il cinema, la fotografia, le immagini pescate random da internet nell’opera dell’artista americana, che racconta il presente delle nostre città attraverso le vite di chi le abita

Alle Procuratie Vecchie, nella Casa di The Human Safety Net, in Piazza San Marco, alle pendici del percorso interattivo progettato da Studio Migliore+Servetto, finalizzato ad aiutare le persone più vulnerabili a scoprire il proprio potenziale, è in corso la mostra About Us dell’artista Tracey Snelling (Oakland, 1970)a cura di Luca Massimo Barbero.

Tracey Snelling, About Us, installation view at Procuratie Vecchie, Venezia, 2024. Credits Tracey Snelling
Tracey Snelling, About Us, installation view at Procuratie Vecchie, Venezia, 2024. Credits Tracey Snelling

La mostra di Tracey Snelling a Venezia

Americana della California, ma residente a Berlino, Snelling porta a Venezia il proprio mondo, offrendolo al visitatore attraverso una serie di installazioni interattive di semplice fruizione, ma non per questo di facile contenuto. Le piccole grandi città progettate dall’artista racchiudono miriadi di mondi e di narrazioni. Sono palazzi della working class, grandi, affollati condomini popolari. Da ogni finestra concepita come uno spioncino si sbircia e si raccoglie una storia. Scene di famiglia, spazi di intimità, tensioni, sorrisi. Immagini fisse o in movimento. Nulla di prodotto, si intenda. Il punto non è quello di uscire dalla fiction, ma di presentare una situazione come potrebbe essere, come potremmo viverla, come forse è. Materiali trovati su Internet si alternano infatti a scene di film famosi, da Goodfellas al Favoloso Mondo di Amelie, fino a Pulp Fiction, con un Bruce Willis appoggiato alla parete che “gioca a dadi con la vita”, in uno degli spezzoni più popolari della storia del cinema. Ciò che conta è dipingere la dimensione umana, nelle sue più ampie sfaccettature.

La città nell’opera di Snelling

Alle fondamenta dei building progettati dalla Snelling c’è la vita, a volte angosciosa, tra l’altra alienante, delle città moderne. Dai Seven Eleven, ai centri massaggi cinesi, dai Walmart aifast food. Unico frammento realmente autobiografico è la rappresentazione del Doner Kebab, concepito come la quinta scenica di un teatrino, situato nella strada dove l’artista vive. In una biennale poco tecnologica come quella in corso, il progetto di Snelling aiuta, insieme a pochi altri, a colmare un vuoto. Tracey Snelling è tra l’altro ella stessa autrice delle tecniche che supportano i suoi lavori. Senza inganno e niente inghippi. Il retro svela ogni segreto, lasciando il visitatore a circumnavigare l’opera e a scoprire nella sezione l’arcano. È la vita al centro del tutto.

Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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