In un ufficio dismesso di Milano la prima mostra in Italia di David Horvitz

Si intitola “Abbandonare il locale” e sarà ospitata all'interno di un ufficio dismesso negli spazi di BiM – Bicocca incontra Milano. A curarla è Nicola Ricciardi, proprio il direttore della fiera miart

In occasione di miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, prende forma Abbandonare il locale, la prima mostra in Italia di David Horvitz (Los Angeles, 1982), ospitata dal 13 aprile in un ufficio dismesso negli spazi di BiM – Bicocca incontra Milano (ambizioso progetto di rigenerazione urbana nel distretto Bicocca, che sta trasformando lo stabile progettato da Vittorio Gregotti in una work destination all’avanguardia). A cura del direttore di miart Nicola Ricciardi, il progetto espositivo nasce con l’obiettivo di dare maggior concretezza all’espressione no time no space (scelta come tema e titolo della 28esima edizione della fiera d’arte milanese), sovvertendo l’idea standardizzata di tempo e di spazio e restituendo al pubblico una lettura non convenzionale dell’etica e dell’estetica del lavoro.

La mostra “Abbandonare il locale” di David Horvitz da BiM a Milano

Mescolando un approcciosite specific con un’attitudine performativa, Abbandonare il locale riunisce oltre venti opere dell’artista statunitense, ripercorrendone anche la carriera. Tra i lavori in mostra, è il recente Imagined Clouds (Milan),dove una serie di bottigliette di plastica apparentemente abbandonate dopo una giornata di lavoro offrono una riflessione sull’acqua come metafora dell’evasione, perché senza limiti e confini. A questo si aggiunge Mood disorder, un autoscatto realizzato da Horvitz nel 2012 mentre simula uno stato di depressione, e che l’artista ha caricato sulla pagina di Wikipedia dedicata ai disturbi dell’umore (che, in quanto libera da copyright, è stata per anni riutilizzata da siti di informazione, blog e riviste, circolando al di fuori del suo controllo), e The Distance of a Day del 2013, in cui Horvitz propone due video realizzati contemporaneamente da lui e sua madre in California e alle Maldive, uno al sorgere e uno al tramontare del sole nella stessa giornata. Una visione alterata del tempo e dello spazio che ricodifica la condizione lavorativa odierna, scardinandola dalla concezione costrittiva e trovando possibili letture e vie d’uscita. 

David Horvitz, A clock whose seconds are synchronized with your heartbeat, 2020
David Horvitz, A clock whose seconds are synchronized with your heartbeat, 2020

Chi è David Horvitz

Erede di Fluxus e delle ricerche di estetica relazionale, Horvitz ha trovato nel web il contesto ideale per elaborare le sue sperimentazioni, centrate sulla rinuncia a ogni tipo di controllo sul destino del proprio lavoro, per esplorare piuttosto gli effetti non controllabili e non prevedibili dell’azione artistica. Artista concettuale (influenzato dal lavoro di Bas Jan Ader), fotografo e performer, si è fatto conoscere sulla scena internazionale nel 2009, con il progetto fotografico virale 241543903. I suoi lavori sono stati esposti al MoMa di New York, alla Tate Modern di Londra, alla San Francisco Camerawork, al Palais de Tokyo di Parigi. Molteplici i media prestati alle sue ricerche, dalla fotografia al libro d’artista, alla mail art.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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