L’interdisciplinarità degli artisti Elizabeth Aro e Paolo Basso a Torino

Disegni, velluti, incisioni e opere di vetro compongono la mostra multimaterica di questa artista argentina. A completare la rassegna, un’installazione di Paolo Basso con tanto di colonna sonora “composta dalla natura”

Elizabeth Aro (Buenos Aires, 1961) si auto-definisce un’artista interdisciplinare. Non potrebbe esserci occasione migliore della mostra torinese da Gagliardi e Domke per apprezzare questa sua “inter-disciplinarità”, ulteriormente ampliata da un’installazione di Paolo Basso esposta in contemporanea.

La pratica interdisciplinare di Elizabeth Aro a Torino 

L’interdisciplinarità di Aro si ritrova nelle sue molteplici pratiche visive, di cui armonizza i punti di contatto, senza nasconderne gli attriti. Usa tessuto (velluto nello specifico), fotografia, gouache, grafite, vetro, e incisione,indagando temi legati alla formazione dell’identità e della memoria. “Di fronte a un mondo saturo di immagini – dichiara l’artista –  mi concentro su elementi precisi del nostro mondo, fissando lo sguardo sui dettagli, sospendendo il tempo e mettendo così in discussione il nostro rapporto con la natura”. È una ricerca che lavora su elementi apparentemente distanti, ma visivamente in dialogo tra loro.
La natura stessa dell’esposizione è aperta e libera. Aro accoglie il visitatore nello spazio di Gagliardi e Domke come se fosse il suo atelier, nella dimensione intima e raccolta dove nascono le sue opere multidisciplinari.

La mostra di Elizabeth Aro a Torino

Sui tavoli a cavalletto e alle pareti, immagini e manufatti sono riposti in un ordine simbolico per l’artista, che riporta al pubblico un modo di vedere e organizzare il mondo estremamente soggettivo. Ci sono dapprima i lavori sui disegni delle Notizie di Fray Bartolomé de Las Casas e Felipe Guamàn Poma de Ayala, che mostrano i luoghi controversi della storia del colonialismo sudamericano.
Segue una serie di vetri incisi, assieme a disegni di piante e radici, che interrogano l’osservatore sul rapporto inquieto che governa la relazione tra uomo e natura.
Si conclude con LABYRINTH, installazione ambientale in tessuto, creata dall’artista per Art Site Fest 2023, e qui ri-collocata come centro nevralgico di riflessione sul tema del labirinto: un luogo assoluto di messa alla prova dell’umano, nonché rito di passaggio da cui si può solo uscire vittoriosi o sconfitti.

Paolo Basso, Mitosi N.20, installation view at Gagliardi e Domke, Torino, 2024
Paolo Basso, Mitosi N.20, installation view at Gagliardi e Domke, Torino, 2024

L’installazione di Paolo Basso da Gagliardi e Domke

Accanto alla mostra di Aro, nella sala video della galleria, c’è un’installazione di Paolo Basso (Cuneo, 1982), MITOSI N.20, accompagnata dal brano Roots Wide Web, scritto da Max Casacci (Torino, 1963) per l’album Earthphonia. Si tratta di un pezzo composto senza l’utilizzo di nessuno strumento musicale, solo mediante campionamento di suoni naturali.
Nella sua opera proiettata in loop, Basso propone un approccio dinamico e generativo al colore che, muovendosi in un continuum entropico, evolve senza sosta. Questa installazione, unita alla rassegna variegata dell’artista argentina, crea un interessante connubio di digitale e analogico, di futuro e tradizione.

Sara Panetti

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Redazione

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