A Firenze la mostra che riflette sul tempo e sull’AI è curata da studenti IED

Impalpabile e incomparabile, il tempo è l’asse tematico esaminato dai sei artisti per il progetto promosso da IED Firenze e curato dagli studenti del Master in Curatorial Practice. Ancora una volta, in sinergia con Fondazione Palazzo Strozzi

Lo scorso 10 novembre 2023, per un’intera notte, la Strozzina è stata teatro dello sleeping concert curato dal compositore e sound artist Giulio Aldinucci. Intrise di memorie personali di luoghi visitati, le sue composizioni elettroacustiche hanno condotto in una dimensione immersivo-contemplativa quanti hanno scelto di prendere parte a una delle due “estensioni spaziali e temporali” del progetto espositivo The Tilt of Time. Coordinata da Daria Filardo (IED) e Martino Margheri (Fondazione Palazzo Strozzi), l’annuale mostra sviluppata dal punto di vista curatoriale dalla classe del Master in Curatorial Practice di IED Firenze (quest’anno composta da Georgina Anastasi, Victoria Cassone, Hailey Conway, Patricia Hale-Siedler, Sneha Harish Chaturani, Solomiia Hrebeniak-Dubova, Alisa Kanevskiy, Catarina Mel, Emma Miles e Alexandra Skilnick) non si esaurisce infatti in una convenzionale esposizione.

Giulio Aldinucci Impegnato nelle registrazione di fonti sonore presso Spring Residency - Villa 2017, Tereze
Giulio Aldinucci impegnato nelle registrazione di fonti sonore presso Spring Residency – Villa 2017, Tereze

Prove di curatela per gli studenti IED

Analogamente a quanto sperimentato con Eco-esistenze: forme del naturale e dell’artificiale, nel 2022, l’esperienza di curatela include infatti un programma performativo coerente con l’asse tematico analizzato attraverso i contributi degli artisti selezionati. Una prassi che consente ai futuri curatori di sperimentare, direttamente sul campo, formati e un modus operandi ibridi, avvicinandosi alla nuova gamma di richieste espresse dal pubblico contemporaneo. Due gli atti previsti quest’anno: il secondo e conclusivo, in arrivo il prossimo 23 novembre (sempre alla Strozzina), promette di sollecitare gli spettatori puntando sul flusso ininterrotto di luci, sonorità, movimenti della performance Here and Now di Jacopo Jenna.

La mostra sul tempo di IED Firenze

Materia inesauribile di indagine e speculazione per svariate discipline, da sempre al centro del pensiero dei singoli a ogni latitudine, il tempo è l’ambizioso tema della collettiva allestita nella sede di IED Firenze, nel cuore della città storica. Sei le traiettorie identificate per sondare un tema notoriamente privo di confini, alimentato da singole percezioni quanto da casuali congiunture, pressioni sociali, teorie, tensioni. Gli sguardi che The Tilt of Time sono quelli di Giulio Aldinucci, Fabrizio Ajello e Francesco D’Isa, Chiara Bettazzi, Alessandro Gandolfi, Jacopo Jenna e Namsal Siedlecki, che insieme riescono ad aprire il campo anche a questioni di stringente attualità, come il ruolo dell’intelligenza artificiale e i conflitti che insanguinano il pianeta. Mentre infatti l’incipit del percorso espositivo viene affidato alle magistrali, poetiche e non eterne composizioni di oggetti di Chiara Bettazzi, che nell’installazione site specific Shift ha “cristallizzato il tempo” attingendo ai materiali nei depositi dello stesso IED, a riportare il visitatore nella nostra epoca sono i quattro reportage fotografici di Alessandro Gandolfi.

Fabrizio Ajello e Franceso D’Isa, Boiling the Night, 2023, Intelligenza Artificiale e grafite, dimensioni variabili. Photo Leo Pasquinelli
Fabrizio Ajello e Franceso D’Isa, Boiling the Night, 2023, Intelligenza Artificiale e grafite, dimensioni variabili. Photo Leo Pasquinelli

Indagare il futuro a partire dal tempo notturno e dall’AI

Fa quindi leva su una delle categorie temporali più oscure e misteriose, rivolgendosi addirittura all’AI, Upside Down Wells di Ajello e D’Isa. Le attraenti immagini collocate nei lucernari e sul soffitto del corridoio della sede IED sono l’esito di un processo in cui è stato coinvolto lo stesso collettivo curatoriale. Restituiscono, infatti, i sogni del team tradotti in promt impiegando programmi di AI per la creazione di immagini. Priva di un’identità cromatica, la miscellanea di disegni da osservare con il naso all’insù è, evidentemente, un’opera unica e irripetibile, esito di uno sforzo non solo umano. Dandosi tempo e perdendosi nell’intricato vortice a fil di ferro di segni prendono vita inattese composizioni figurative, riflesso di altrui visioni notturne. Riunisce, infine, più dimensioni temporali ed entra in relazione con la nobile macro-categoria del tempo della storia Soffio di Namsal Siedlecki, la scultura di una testa in vetro soffiato realizzata a partire da un’antica statua in bronzo.

Valentina Silvestrini

https://www.ied.it/firenze

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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