Il sistema dell’arte in Bahrain: la tradizione, il mecenatismo reale, il ruolo delle donne

Continuano le nostre indagini alla scoperta del sistema dell’arte di Paesi lontani dal nostro “occidente”. Adesso siamo in Medio Oriente, e a raccontarci del Bahrain è la direttrice della Rashid Al Khalifa Art Foundation

Membro della famiglia reale del Bahrain, ma anche artista e collezionista, Shaikh Rashid bin Khalifa Al Khalifa ha deciso di sostenere in prima persona la scena artistica del proprio Paese, sulla quale c’è ancora molto da lavorare. Yasmin Sharabi, artista e direttrice della Rashid Al Khalifa Art Foundation, ci introduce alla storia di questa realtà culturale.

Yasmin Sharabi, direttrice della Rashid Al Khalifa Art Foundation in Bahrain. Courtesy RAK Art Foundation
Yasmin Sharabi, direttrice della Rashid Al Khalifa Art Foundation in Bahrain. Courtesy RAK Art Foundation

Perché nasce la Fondazione?

Il fondatore, SE Shaikh Rashid bin Khalifa Al Khalifa, è un artista, collezionista e mecenate che è sempre stato un ardente sostenitore degli artisti in Bahrain e a livello internazionale. Come artista, partecipa a mostre internazionali, mentre come collezionista sostiene continuamente artisti emergenti e affermati, avendo sviluppato negli anni una consistente collezione di arte moderna e contemporanea. Crede inoltre nella necessità delle industrie creative e del settore culturale sia dal punto di vista economico che sociale. È stato questo che lo ha spinto a creare una fondazione artistica a suo nome, poiché riteneva giusto restituire qualcosa al suo Paese d’origine, contribuendo allo sviluppo delle arti e sottolineando la necessità della filantropia per l’arte e la cultura.

Quando è nata quindi la Rashid Al Khalifa Art Foundation

Shaikh Rashid ha iniziato i lavori di ristrutturazione e restauro della sua casa natale (a Riffa) nel 2015 e da allora via ha collocato vari pezzi della sua collezione. Nel 2020, Rashid ha deciso di aprire le porte della Fondazione al pubblico, ma su appuntamento, per cui offriamo tour privati della proprietà 3 giorni a settimana. Ogni tour dura circa 90 minuti, e racconta in dettaglio la storia della proprietà e le opere chiave della collezione, nonché le opere d’arte di Rashid Al Khalifa che sono anch’esse esposte. È stata la risposta positiva del pubblico che ha incoraggiato Rashid a continuare a sviluppare la fondazione e adesso stiamo sviluppando un programma pubblico e un’iniziativa per le scuole in un’altra località del Bahrain.

Qual è lo scopo della Fondazione?

Miriamo a sostenere e realizzare progetti a beneficio della comunità creativa in Bahrain e nella regione del Medio Oriente. Siamo un’organizzazione senza scopo di lucro e ci dedichiamo a rafforzare la posizione degli artisti fornendo opportunità, incoraggiando collaborazioni e scambi interculturali e promuovendo partenariati internazionali. Immaginiamo progetti e iniziative che coinvolgano la comunità e istruiscano il pubblico, e comprendiamo quanto sia importante offrire una piattaforma per il dibattito critico e il dialogo sociale.

Il sistema dell’arte in Bahrain

Cosa pensi dell’arte contemporanea del Bahrain?

Il Bahrain ha una società molto aperta e cosmopolita, con residenti di varia estrazione sociale e cultura. La posizione geografica del Paese ha visto commercianti, marittimi e mercanti attraversare quest’isola per millenni, provenienti da diverse parti del mondo, condividendo usi e costumi. Direi che questa consapevolezza e sensibilità esiste ancora in Bahrain sotto molti aspetti, ad esempio abbiamo una comunità locale piuttosto vivace di artisti, musicisti e scrittori, molti dei quali sono stati incoraggiati a studiare arte e sviluppare la propria creatività.

Ci sono istituzioni artistiche nel Bahrain?

Fino ad ora sfortunatamente non disponiamo di istituzioni per sostenere e sviluppare la scena artistica, come una scuola d’arte, o piattaforme in cui gli artisti possano mostrare e commercializzare il loro lavoro, come gallerie o un Museo d’Arte. Gli artisti hanno bisogno di essere sostenuti e criticati in maniera costruttiva. Solo così possono crescere, altrimenti, purtroppo, rischiano la frustrazione e restano spesso timorosi del cambiamento o della sperimentazione; purtroppo ciò accade in molti casi, anche parlando per esperienza personale. Oltre a ciò, è imperativo avere il sostegno del governo per gli artisti emergenti in modo che abbiano la libertà di esprimersi e diventare leader culturali. Al momento, tuttavia, molti artisti continuano a sviluppare lavori che ritengono vendibili al piccolissimo mercato che li colleziona. oppure si trasferiscono all’estero. Al momento, infatti, questo è l’unico modo per sopravvivere.

Un esterno della sede della Fondazione, a Riffa, in Bahrain. Courtesy RAK Art Foundation
Un esterno della sede della Fondazione, a Riffa, in Bahrain. Courtesy RAK Art Foundation

Il ruolo delle donne nel sistema dell’arte del Bahrain

Qual è il ruolo delle donne nella scena artistica contemporanea in Bahrain?

In primo luogo, penso sia importante capire il ruolo delle donne nella società del Bahrain. Ce ne sono molte che occupano posizioni molto elevate sia nel settore pubblico sia in quello privato. Il Bahrain ha anche il più antico sistema di istruzione pubblica della penisola arabica. Un rapporto del 2022 ha mostrato come dal 2012 il numero di donne nella forza lavoro in Bahrain sia aumentato dal 32% al 43%. Nei lavori specializzati nel settore pubblico, le donne rappresentano il 59%. Il 47% per cento delle posizioni dirigenziali nel governo sono ricoperte da donne. Nel settore privato, le donne rappresentano il 35% della forza lavoro. Queste sono solo alcune statistiche che dimostrano il potere e l’influenza delle donne in Bahrain società così come la loro libertà e capacità di creare cambiamento e ricoprire ruoli meno convenzionali.

Tutto questo come si riflette nel mondo dell’arte?

Molti dei ruoli all’interno della scena artistica contemporanea in Bahrain sono ricoperti da donne potenti ed estremamente influenti tra cui Shaikha Mai bint Mohammed Al Khalifa (precedentemente capo dell’Autorità Culturale) e Museo Nazionale del Bahrain, Bayan Kanoo (fondatrice e direttrice di Al Riwaq Art Space) e Hayfa Al Jishi (fondatrice e proprietaria di Al Bareh Art Gallery), per non parlare delle centinaia di artiste affermate ed emergenti.

Un’opera di Rashid Al Khalifa, vicino alla camera della sua infanzia, dalla collezione della Fondazione. Courtesy RAK Art Foundation
Un’opera di Rashid Al Khalifa, vicino alla camera della sua infanzia, dalla collezione della Fondazione. Courtesy RAK Art Foundation

La Fondazione collabora con le scuole del territorio? Avete programmi specifici?

Lo faremo non appena avremo definito il nostro programma educativo. Al momento, offriamo tour agli studenti delle scuole che consentono loro di accedere a importanti opere della collezione e alla storia dell’arte mediorientale.

Quali sono i vostri piani per il futuro?

Continueremo a sviluppare il nostro programma educativo che includerà workshop, residenze artistiche e borsa di studio, offrendo agli artisti strumenti e consigli per sviluppare il loro lavoro. Ci sono poi vari eventi e attività che sosteniamo collaborando con altre realtà culturali, fra cui il Bahrain National Arts Council e una serie di mostre sia in Bahrain che all’estero che riteniamo siano in linea con la nostra visione e missione. Man mano che la nostra collezione si amplia, avremo necessità di maggiori spazi a disposizione, e anche su questo stiamo già lavorando.

Niccolò Lucarelli

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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