Art Basel arriva a Parigi. I 12 migliori stand della fiera Paris+

È la fiera d’arte contemporanea più attesa di tutto il 2022. Perché? Perché dopo anni a Parigi non c’è più la FIAC bensì Paris+, gestita dal colosso svizzero Art Basel. Ecco come sta andando

“Hanno fatto una fierona”, “è un bazar”, “addio all’eleganza di Fiac”. La nuovissima edizione di Paris+ organizzata dal colosso multinazionale fieristico ArtBasel è stata accolta da una parte con un po’ di legittima puzza sotto al naso e dall’altra con l’entusiasmo di una folla che ha reso quasi infrequentabile la giornata inaugurale. Era ovvio che un po’ di cose cambiassero visto che, dopo decenni, la gestione della fiera d’arte contemporanea parigina d’ottobre è stata affidata ad un altro proprietario. Sicuramente, le oltre 150 gallerie stanno strette nel Grand Palais Ephémère. La struttura in legno, tessuto e membrane è stata pensata e costruita dallo studio dell’architetto Wilmotte per rispondere alla temporanea indisponibilità del Grand Palais originale, chiuso per restauri. Si tratta di un grosso padiglione temporaneo a forma di croce piazzato sotto la Tour Eiffel. Ospita gli eventi che venivano ospitati al Grand Palais e nel 2024 qui si terrà anche qualche gara dell’Olimpiade. Per “Paris+ par Art Basel” – questo il nome ufficiale della rassegna – è stato necessario aggiungere un padiglione in tensostruttura così la pianta dell’edificio è mutata da una croce a una T. Ciononostante: compressione, folla, claustrofobia. Anche accentuata dalla tanta, tanta gente e, forse, dall’incombente soffitto nero. E qualche evidente problema di gestione: un padiglione caldissimo, uno freddissimo, file impossibili per mangiare qualcosa e così via. Le gallerie hanno risposto a questi spazi un po’ costretti con stand poco creativi ancorché con opere di alta qualità, portando quasi sempre una mostra collettiva degli artisti a mo’ di showroom. Una fiera-fiera (e non c’è niente di male, intendiamoci) senza troppi voli pindarici. Trovare i migliori stand non è stato dunque semplicissimo (così come non è stato semplicissimo fografarli a causa della gran confusione). Tuttavia, ecco la nostra selezione
Massimiliano Tonelli

DAVID KORDANSKY

Paris+ par Art Basel Kordansky

Paris+ par Art Basel Kordansky

Una delle poche “mostre personali” tra gli stand maggiori in fiera. Almeno nel padiglione principale. Hilary Pecis è capace con i suoi disegni, i suoi quadri, i suoi still life domestici, di catapultare in un’atmosfera che fa pensare alla sua California del sud.

MASSIMO DE CARLO

Paris+ par Art Basel Massimo de Carlo

Paris+ par Art Basel Massimo de Carlo

Da Massimo De Carlo uno stand su due ambienti. Molto bello e ampio, come un gate, un portale. Con ai lati grandi lavori di pittura dalle dimensioni significative e superiori alla media. Tutt’attorno, lungo i muri, lavori di Carla Accardi (uno squillante lavoro del 2008), Nate Lowman, Ferrari Sheppard, Yang-Pei Ming e Piotr Uklanski.

NEUGERRIEMSCHNEIDER

Paris+ par Art Basel neugerriemschneider

Paris+ par Art Basel neugerriemschneider

Giusto di fronte all’entrata, a prendere il sole e rifrangerlo, una installazione di Olafur Eliasson che ci fa ripensare alla grande mostra di Palazzo Strozzi. Dietro una ‘collettiva’ degli artisti della galleria ma come al solito bene allestita, in un ambiente dove è piacevole stare. Con opere di Billy Childish, Shilpa Gupta, Tomàs Saraceno, Isa Genzken e Ai Wei Wei tra gli altri.

MATTHEW MARKS

Paris+ par Art Basel Matthew Marks

Paris+ par Art Basel Matthew Marks

Il classico stand, questo del supergallerista americano, che fa l’effetto “oasi di pace” nel più totale caos di questa fiera affollatissima. Sarà il pavimento chiaro, saranno le opere selezionate e collocate tutte – a parte due sculture di Martin Puryear e di Simone Leigh – su un ideale orizzonte dalle tonalità soft. Alle pareti tra gli altri Anne Truitt, Nan Goldin strepitosa del 1991, Martin Barrè, Charles Ray e un olio su lini di Ellsworth Kelly del 1959.

EVA PRESENHUBER

Paris+ par Art Basel Eva Presenhuber

Paris+ par Art Basel Eva Presenhuber

Stand maestoso quello della galleria svizzera con sulla sinistra quadri nuovissimi e sculture-poltrone di Tschabalala Self. Sul sfondo i lavori di Carroll Dunham. Poi Josh Smith, Valentin Carron, John Giorno e gli altri artisti della galleria.

KAMEL MENNOUR

Kamel Mennour Paris + Art Basel

Kamel Mennour Paris + Art Basel

Un altro stand diviso in due ambienti. Dietro più una presentazione da showroom della galleria, davanti invece una scultura grande di Alicja Kwade (che la galleria porta in Place Vendôme anche nel progetto “Sites”, ovvero installazioni collocate nello spazio pubblico di Parigi) e due sculture piccole di Alberto Giacomelli (anche un quadro suo del 1957). Sull’altra parete un lavoro nuovo di Lee Ufan e un acrilico del 1975 di Jean Dubuffet.

SADIE COLES HQ

Paris+ par Art Basel Sadie Coles HQ

Paris+ par Art Basel Sadie Coles HQ

Come per Frieze London anche a Paris+ premiamo l’affascinante allestimento della galleria britannica che rinunzia alla moquette, tira fuori il pavimento in catrame, piazza all’incrocio una scultura di Diego Marcon (dalla serie Ludwig, del 2018) e colloca scenograficamente sullo sfondo due lavori di dimensioni importanti di Alvaro Barrington. Tutto attorno Gabriel Kuri, Sarah Lucas e gli altri artisti della galleria.

MENDES WOOD

Paris+ par Art Basel Mendes Wood

Paris+ par Art Basel Mendes Wood

Ancora uno stand diviso in due. Sul fronte-corridio gli artisti della galleria, dietro invece una autentica mostra personale dei lavori nuovi dell’artista italiano Guglielmo Castelli. Davvero una grande presentazione per il pittore torinese che porta a Parigi tutto il suo immaginario, la sua teatralità, i suoi personaggi. Con quadri grandi, piccoli, con collage e tecniche miste. Da vedere.

NEU

Paris+ par Art Basel Galerie Neu

Paris+ par Art Basel Galerie Neu

Molto “urban” il mood dello stand della importante galleria di Berlino che beneficia di un allestimento integralmente pensato (incluse sedute e illuminazione) da Klara Linden. Tra le altre opere alle pareti un ‘fregio’ di Tom Burr e un neon Someone is getting Rich di Claire Fontaine.

KARMA INTERNATIONAL

Paris+ par Art Basel Karma International

Paris+ par Art Basel Karma International

Uno stand che stacca da tutti gli altri seppur nel vivace (e gelido) padiglione secondario. I toni sono quelli del color prugna, del verde, della terra di Siena. Stand diviso in due parti collegate da un grande oblò. Sul podio e sulle pareti opere di Silvie Fleury, Simone Fattal, Daniel Spoerri, Meret Oppenheim, Malgorzata Mirga-Tas.

A GENTIL CARIOCA

Paris+ par Art Basel A Gentil Carioca

Paris+ par Art Basel A Gentil Carioca

Questa galleria carioca (Carioca, sì, ma ha una sede anche a San Paolo) la premiamo quasi sempre nei nostri best of fieristici. Raramente non dimostra un impegno e un coraggio peculiare nel proporre i propri stand. Questa volta il protagonista è il brasiliano Maxwell Alexandre con una delle sue tipiche installazioni immersive fatte di grandi fogli di carta che creano percorsi. Qui Alexandre riflette sui musei, la cultura, il mondo dell’arte contemporanea e il suo rapporto col potere politico e finanziario.

ANDREW EDLYLIN

Paris+ par Art Basel Andrew Edlyn

Paris+ par Art Basel Andrew Edlyn

Piuttosto unico l’allestimento e la proposta della galleria newyorkese che presenta tutti artisti passati a miglior vita. Si (ri)scopre la figura mitologica di Henry Darger (1892-1973) e le sue illustrazioni; il lavoro in tessuto e corda di Judith Scott (1943-2005), artista con sindrome di Down; i misteriosi disegni e la enigmatica vita di Marcel Storr (1911-1976) che ebbe anche molto a che fare proprio con Parigi.

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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