Il museo di Carrara si aggiudica fondi statali ma il Comune li rifiuta. La storia

A raccontarci la vicenda è l’artista Francesco Bartoli: il museo carrarese si è aggiudicato fondi ministeriali per produrre un suo progetto, ma il Comune ha rifiutato il finanziamento. La denuncia dell’artista e la risposta dell’assessora alla Cultura

Risale allo scorso luglio l’annuncio, da parte del Ministero della Cultura, dei musei vincitori del PAC – Piano per l’Arte Contemporanea, iniziativa attraverso la quale il MiC finanzia progetti, acquisizioni e produzioni artistiche finalizzati alla valorizzazione e all’incremento delle collezioni pubbliche di arte contemporanea. Un fondo pari a 3.727.673 milioni di euro, di cui 61.500 destinati al mudaC – museo delle arti di Carrara, per il progetto dell’artista Francesco Bartoli dal titolo Scolpire il vento. Un lavoro complesso, in cui convergono video, scultura, fotografia e disegno, frutto della ricerca lunga quattro anni di Bartolo nel territorio che però, allo stato attuale, pare non troverà luce: il Comune di Carrara infatti ha rinunciato al finanziamento proveniente dal Ministero.

IL FINANZIAMENTO DEL PAC PER IL MUDAC DI CARRARA

A raccontare la vicenda ad Artribune è Francesco Bartoli: “il giorno in cui è giunta notizia di aver vinto il bando, abbiamo inviato subito tutta la documentazione alla nuova amministrazione di Carrara, da cui però non è giunta nessuna risposta”. L’iter di partecipazione al PAC era stato avviato nell’ambito della giunta precedente, del Movimento 5 Stelle; mentre dallo scorso giugno è in carica la sindaca Serena Arrighi del PD. Arrivata in queste ore la risposta del Comune, secondo cui la documentazione non sarebbe giunta nei tempi adeguati per essere valutata. Non si è fatta attendere la risposta dell’artista, che ha sottolineato come “la sindaca ha ricevuto in pochi giorni diversi documenti di sintesi per mostrarle con più chiarezza l’essenza del progetto. L’intero progetto è stato presentato dal Comune stesso ad aprile; in un formato completo, articolato, lungo e con vari piani di sviluppo, quindi mi sembra una cosa molto grave che la sindaca dica che il Comune non avesse il progetto dettagliato, dato che la partecipazione al bando è stata presentata dal Comune stesso ad aprile e dall’Ufficio Cultura. In questo momento il mio avvocato sta facendo una richiesta agli atti visto che a me è stata negata la possibilità di accedere all’istanza presentata”.

Francesco Bartoli, Scolpire il vento

Francesco Bartoli, Scolpire il vento

IL PROGETTO DI FRANCESCO BARTOLI PER IL MUDAC DI CARRARA

Scolpire il vento è un progetto frutto della ricerca lunga quattro anni di Bartoli sul carrarese, un “dialogo tra poesia, scultura e territorio”, come lo definisce l’artista, attivato attraverso incontri con persone del posto, artisti, gli studi di scultura, le cave, e un personaggio speciale, il poeta pastore delle Apuane, per una narrazione che interseca diversi livelli di storie e linguaggi, restituendo del territorio una visione, appunto, poetica. L’opera pensata per il mudaC consiste in una installazione multimediale, in cui fare immergere il pubblico e in dialogo con le collezioni del museo. Nell’ambito del progetto, sarebbero rientrate anche una serie di attività che l’artista avrebbe svolto il prossimo anno con gli studenti dell’Accademia, e incontri con interlocutori del territorio. “Il PAC è il premio di produzione artistica più importante in Italia, un riconoscimento al museo, al Comune e al mio operato che avrebbe aiutato a rilanciare anche i contenuti del museo stesso”, conclude Bartoli. “Queste sono le prerogative di questo bando e per questo lo avevamo vinto. Spegnere le luci su questo tipo di lavori significa spegnerle sul territorio”.

Francesco Bartoli, Scolpire il vento

Francesco Bartoli, Scolpire il vento

LA RISPOSTA DEL COMUNE DI CARRARA

Raggiunta da Artribune, l’assessora alla Cultura del Comune di Carrara Gea Dazzi ha così commentato la vicenda: “i tempi stretti non ci hanno messo nella posizione di valutare il progetto, e quello che noi abbiamo ereditato – dato che non siamo stati gli attori della sua progettualità – è una situazione non chiarissima in termini di ricaduta e progettazione successiva, senza entrare in questioni di merito. Non è naturalmente una critica nei confronti dell’artista e del suo lavoro, è solo una questione di tempi e opportunità. Ci siamo insediati e ci siamo trovati questo progetto e ci è stato chiesto di accettarlo, ma si tratta di un progetto che è stato definito precedentemente e che quindi non abbiamo seguito fin dalle sue battute iniziali. Invece noi abbiamo preferito ripartire con una programmazione che ci vede più partecipi, pensiamo che sia una forma di responsabilità anche nei confronti della comunità. Per il mudaC abbiamo idee un po’ diverse, di cui abbiamo già parlato con la sua direttrice Laura Barreca”.

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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