Qualcosa da fare insieme. La mostra di Danilo Correale a Napoli

Cosa succede quando un artista e una gallerista uniscono gli sforzi e realizzano un progetto insieme? La risposta è in una mostra alla galleria Tiziana Di Caro

Il progetto speciale di Danilo Correale (Napoli, 1982), organizzato negli spazi della Galleria Tiziana Di Caro a Napoli, è un insieme di lavori intrecciati tra loro dal filo sottile di qualcosa che è definito dall’artista DWYL (titolo della mostra), al contempo anagramma di Do What You Love e di Don’t Waste Your Life. Se nella prima sala della galleria ad accogliere lo spettatore è un prezioso trittico di specchi (vere e proprie sostituzioni del ritratto tradizionale) che si apre allo spazio anche mediante una traccia sonora, ovvero la conversazione sul passaggio scottante verso la maturità fra tre personaggi (Sebastian, Lucy e Molly) a cui se ne aggiunge un quarto (un portiere), nella sala successiva, disteso sul pavimento c’è un corpo: è uno dei tre ragazzi, Sebastian, che si trascina per terra. Qui due scie vanno a simulare lo scavo del pavimento lasciato dallo strascico (dallo sforzo, dalla fatica) dei piedi che, quasi come due aratri, fracassano la stabilità del terreno e mostrano la carne della terra. In questo caso specifico la fragilità dell’essere al mondo, della vita, di fronte a un sistema interamente basato sul lavoro e sul tempo libero inteso anch’esso come un ingrediente (questo Brandi lo aveva indicato nella sua Fine dell’avanguardia) della compagine economica.

Danilo Correale. DWYL. Exhibition view at Galleria Tiziana Di Caro, Napoli 2022. Photo Maurizio Esposito

Danilo Correale. DWYL. Exhibition view at Galleria Tiziana Di Caro, Napoli 2022. Photo Maurizio Esposito

IL DIALOGO TRA DANILO CORREALE E TIZIANA DI CARO

Realizzata dall’artista con la mano sinistra su tavole prestampate con immagini per valutazione psicodiagnostica durante un periodo in cui era impossibilitato a utilizzare il braccio destro a causa d’un incidente, la serie dei Disegni sinistri che troviamo nel terzo e ultimo ambiente della galleria – ognuno dei disegni è montato su dei pattern tratti da moquette da ufficio –è un graffio miocinetico continuo e ambiguo, un gioco dove sinistro non è soltanto l’arto, ma anche il rapporto perverso che si instaura tra lo psichiatra e il paziente durante l’analisi.
Io e Danilo ci siamo incontrati di persona per la prima volta nel 2016 a New York”, ricorda Tiziana Di Caro nel comunicato che accompagna l’esposizione. “Conoscevo il suo lavoro da tempo, perché collaborava con gallerie che seguivo, fatto mostre in posti che conoscevo bene, e aveva fatto residenze in scuole che guardo e da cui traggo ispirazione per la scelta degli artisti. Quando ha vinto il Premio New York ho scoperto che viveva negli Stati Uniti, ed è lì che vive tutt’oggi.
Per questioni che molti conoscono abbiamo iniziato a frequentarci regolarmente, quindi ogni volta che lui viene in Italia ci vediamo, chiacchieriamo, ci confrontiamo. Siamo diventati amici. E come talvolta accade quando artista e gallerista diventano amici a un certo punto ci siamo detti: e se facessimo ‘qualcosa’ insieme?”
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Antonello Tolve

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Antonello Tolve

Antonello Tolve

Antonello Tolve (Melfi, 1977) è titolare di Pedagogia e Didattica dell’Arte all’Accademia Albertina di Torino. Ph.D in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico artistica (Università di Salerno), è stato visiting professor in diverse università come la Mimar Sinan…

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