A Madrid Philippe Parreno “ricostruisce” la casa di Goya

Il Museo del Prado si trasforma in cinema per celebrare l’incontro fra Goya e l’arte contemporanea. Grazie all’intervento di Philippe Parreno

Il fascino delle Pitture nere di Goya ha catturato generazioni di artisti, filosofi e appassionati d’arte. Questo gruppo di quattordici dipinti a olio che il celebre pittore spagnolo creò sulle pareti della propria casa negli ultimi anni a Madrid – tra il 1819 e il 1824, prima dell’esilio a Bordeaux, ma già immerso nella quasi totale sordità ‒ rappresentano il culmine della sua pittura e la soglia della modernità nell’arte.

Proiezione della _Quinta del Sordo_ di Philippe Parreno al Museo del Prado, Madrid 2022. Photo © Museo Nacional del Prado

Proiezione della _Quinta del Sordo_ di Philippe Parreno al Museo del Prado, Madrid 2022. Photo © Museo Nacional del Prado

LO SPAZIO, LE IMMAGINI E I SUONI DELLA CASA DEL SORDO

L’artista franco-algerino Philippe Parreno (Orano, 1964) si confronta con il fascino oscuro e spesso angosciante delle Pitture nere attraverso una complessa opera video realizzata in occasione della grande mostra su Goya alla Fondazione Beyeler di Basilea, nell’autunno scorso. La Quinta del sordo è il nome della casetta di Goya alla periferia di Madrid, un edificio oggi scomparso, ma dalle cui pareti furono fortunatamente strappati i celebri dipinti che oggi si possono ammirare al Prado. Parreno intitola così il film di quaranta minuti ottenuto con telecamere ultrarapide (500mila fotogrammi al secondo, direttore della fotografia l’iraniano Darius Khondji), ricostruendo in tre dimensioni la casa e il giardino dove visse Goya, per riprodurre l’acustica originale dello spazio.

Proiezione della _Quinta del Sordo_ di Philippe Parreno al Museo del Prado, Madrid 2022. Photo © Museo Nacional del Prado

Proiezione della _Quinta del Sordo_ di Philippe Parreno al Museo del Prado, Madrid 2022. Photo © Museo Nacional del Prado

PARRENO INCONTRA GOYA A MADRID

La personalissima interpretazione di Parreno ricrea un luogo scomparso, vuoto e abbandonato, dove i dipinti alle pareti intrattengono un complesso dialogo di luci, suoni (forse meglio dire rumori) e riflessi scaturiti dalla stessa brillantezza della pittura a olio.
La telecamera viaggia nel tempo per un incontro ravvicinato con l’arte di Goya, irreale e quasi fantascientifico, dove le immagini sono ingrandite fino a rivelare solo i segni astratti del pennello che compongono volti oscuri, gesti drammatici, ombre e smorfie angoscianti.  La dimensione tridimensionale dello spazio è ricreata dal suono: un sottofondo continuo, ovattato, interrotto da sprazzi di rumori, dal crepitio del fuoco, la pioggia battente, il vento, il ronzio della campagna d’estate o il mugolio di un cane; tutti suoni attutiti o esaltati nella coscienza interiore dell’artista, a causa della sua stessa sordità.

UN CINEMA D’ESSAY NELLA SALA 67 DEL PRADO

La proiezione stessa, e il luogo dove si svolge, sono parte dell’installazione di Parreno al Prado. Per l’occasione, infatti, il museo ‒ con il sostegno dell’azienda tecnologica Acciona ‒ ha svuotato letteralmente la sala 67 al pianterreno dell’edificio Villanueva (di fronte a quella delle Pitture nere); trasferito le grandi tele del 2 e 3 maggio 1808 sempre di Goya nella sala 75, dove si trova Le Lance di Velázquez; dipinto i muri di scuro, posto tre file di seggiole di legno da cinema d’essay davanti a un grande schermo e alle pareti due lampade dalla luce fioca e tremolante. L’atmosfera invita dunque a vivere un’esperienza audiovisiva inedita, immersiva, alla scoperta dell’universo della pittura di Goya attraverso i suoi segni, i suoni e la potenza delle immagini. Assistendo al film ‒ forse un po’ lungo, soprattutto perché rivolto al pubblico generalista che è tornato ad affollare le sale del Prado –, si ha la sensazione che Goya sia presente dietro di noi, immerso nel suo mondo interiore popolato di incubi e di mostri, che amplificano il ricordo delle sensazioni uditive della realtà che lo circonda.
Il film La Quinta del Sordo è visibile a Madrid fino al 4 settembre 2022, con cinque proiezioni giornaliere (e quattro la domenica). Ci sono sembrate accessorie sia l’introduzione sia la chiusura musicale, eseguite dal vivo al violoncello in sala. Al visitatore del Prado è offerta invece l’opportunità unica, anche se forse inaspettata, di lasciarsi incuriosire e sedurre dal linguaggio contemporaneo di Philippe Parreno ispirato ai capolavori di Goya.

Federica Lonati

Madrid // fino al 4 settembre 2022
Philippe Parreno ‒ La Quinta del Sordo
MUSEO DEL PRADO
Paseo del Prado
https://www.museodelprado.es/en

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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