Vi dimorarono Fellini, de Chirico, Picasso. E Canova vi aprì il suo atelier. Dal 4 maggio via Margutta, la celebre strada romana degli artisti, ha un nuovo fiore all’occhiello: è la Maison Bosi (al civico 28-29), costola della storica Galleria Bosi di via Como. La galleria apre a pochi passi da un altro spazio per l’arte contemporanea con una genesi però molto differente: la Richard Saltoun Gallery, che dalla casa madre a Londra, ha inaugurato una gemella romana (ne abbiamo parlato qui). “L’idea di aprire una nuova sede è nata dall’urgenza di dare il giusto respiro e il giusto habitat ad opere e autori di rilievo” spiega ad Artribune il gallerista Fabrizio Bosi.
GLI ARTISTI DI MAISON BOSI
Oltre ai maestri della scuola di piazza del Popolo – Tano Festa, Mario Schifano e Giosetta Fioroni – Maison Bosi propone tele di Accardi, Botero, Viale, il metafisico Tozzi con le sue figure sanguigne. Una teoria dei coloratissimi ricami di Boetti si affianca alle fenditure e ai rigonfiamenti delle tele di Bonalumi, chiamato a rappresentare il Gruppo degli Estroflessi, mentre Schifano delinea i profili dei cinque giganti del Futurismo, ispirandosi ad una foto apparsa nel 1914 su Le Figarò.
“Abbiamo scelto di aprire con autori del postwar perché sono da sempre una mia passione, ma il focus della Maison non si limita a quei nomi: a partire dal 9 giugno ospiteremo le opere di un artista libanese e all’occorrenza si faranno collettive, presentazioni, eventi privati. Lo spazio è un salotto dedicato all’arte in tutte le sue forme”, chiarisce Fabrizio, erede di tre generazioni di galleristi. La Maison si presenta come un luminoso spazio duale: due raffinati salotti comunicano fra loro per un percorso artistico fluido, non senza la possibilità di una sosta a tutto comfort: un’elegante linea di sofà, tavolini e canapé della linea Baxter completano l’arredo minimale della galleria.
OPERE E COLLEZIONI ALLA MAISON BOSI
“Oltre al grande successo di pubblico”, continua Bosi, “nei primi tre giorni di opening abbiamo avuto anche una risposta positiva in termini di vendite. L’arte contemporanea in questo momento sta puntando sicuramente sui nomi altisonanti che rappresentiamo, ma anche su qualche nome sottovalutato, due fra tutti Giosetta Fioroni e Salvatore Emblema”.
Molte opere confluiscono alla Maison Bosi da importanti collezioni: è il caso, ad esempio, di un Santomaso del ’59, prima collocato nella collezione Farnesina.
Mentre la Galleria Bosi, inaugurata nel 2001, continuerà la propria attività tra arte antica, antiquariato e arte contemporanea, la nuova Maison Bosi di via Margutta sceglie di candidare una selezione di artisti storicizzati, affrancandosi dell’antico.
– Francesca de Paolis
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