Array Collective vince il Turner Prize 2021 grazie all’opera-performance “The Druithaib’s Ball”

Il prestigioso riconoscimento promosso dalla Tate di Londra ha assegnato il primo premio da 25mila sterline al collettivo di artisti e attivisti di base a Belfast, nell’Irlanda del Nord. Per la prima volta, l’edizione 2021 ha visto in shortlist solo gruppi di artisti, impegnati nei temi sociali più stringenti dell’attualità

Trasformare lo spazio della galleria in un pub come gesto di protesta nei confronti di una società divisa: è quello che ha fatto il gruppo di artisti e attivisti irlandesi Array Collective, tanto da convincere la giuria e aggiudicarsi l’ambito Turner Prize 2021. Istituito nel 1984 e dedicato alla memoria del rivoluzionario pittore britannico JMW Turner, il Turner Prize ha visto quest’anno svolgersi un fatto inedito: per la prima volta, infatti, la shortlist è stata composta interamente da collettivi di artisti e “project-run-artist”, impegnati nei temi più caldi dell’arte e dell’attualità britannica: oltre agli Array Collective, in lista anche Black Obsidian Sound System, Cooking Sections, Gentle/Radical e Project Art Works. Nessuno di questi era mai stato candidato prima. Il premio di 25mila sterline è stato consegnato da Pauline Black, attrice e cantante dei 2 Tone, durante una trasmissione in diretta sulla BBC, mentre un’ulteriore somma di 10mila sterline è stata ricevuta da ciascuno degli altri finalisti. I vincitori hanno affermato che il denaro servirà a garantire agli 11 artisti facenti parte del collettivo uno studio a Belfast, nell’Irlanda del Nord.

GLI ATTIVISTI DI ARRAY COLLECTIVE VINCONO IL TURNER PRIZE 2021

Diritti civili, diritto all’aborto, femminismo, uguaglianza, solidarietà, valorizzazione delle differenze e delle minoranze sociali, condivisione: sono diversi e di grande attualità i temi al centro del lavoro di Array Collective (i cui membri sono Sighle Bhreathnach-Cashell, Sinead Bhreathnach-Cashell, Jane Butler, Emma Campbell, Alessia Cargnelli, Mitch Conlon, Clodagh Lavelle, Grace McMurray, Stephen Millar, Laura O’Connor e Thomas Wells), messi in pratica attraverso performance e dimostrazioni pubbliche che mescolano l’azione artistica con l’attivismo. “Quello di cui si occupano è davvero serio“, ha commentato, riferendosi al lavoro dei vincitori, Alex Farquharson, direttore della Tate Britain e presidente del Turner Prize, secondo quanto riportato da Artnet News. E ha sottolineato il modo in cui il gruppo affronta “le questioni LGBT e le prospettive femministe sui problemi di oggi in una società profondamente divisaCiò che la giuria ritiene notevole è l’incredibile leggerezza del tocco, del gioco, della convivialità intesa nel senso di ospitalità che apporta“.

THE DRUITHAIB’S BALL: L’OPERA DI ARRAY COLLECTIVE VINCITRICE DEL TURNER PRIZE

Impegno e “joie de vivre” sono anche le componenti che hanno caratterizzato The Druithaib’s Ball, l’opera vincitrice del Turner Prize 2021 in cui gli artisti hanno ricreato un “síbín” o “shebeen”, termine diffuso soprattutto in epoca proibizionista per indicare un bar o un club illegale in cui le bevande alcoliche venivano vendute senza licenza. In un comunicato stampa, gli organizzatori del premio hanno affermato che “L’arte di speranza e dinamica del gruppo affronta questioni sociali e politiche urgenti che colpiscono l’Irlanda del Nord con umorismo, serietà e bellezza“, hanno affermato gli organizzatori del premio. Tanto che la giuria, composta da Aaron Cezar, direttore della Fondazione Delfina, Kim McAleese, direttore del programma di Grand Union, l’attore britannico Russell Tovey e Zoé Whitley, direttrice della Chisenhale Gallery di Londra Tate, ha affermato di essere rimasta “impressionata dal modo in cui il collettivo è stato in grado di tradurre il proprio attivismo e i propri valori nell’ambiente della galleria, creando una mostra accogliente, coinvolgente e sorprendente“. La documentazione dell’evento di Array Collective, assieme a quella degli altri candidati al premio, rimarrà in mostra fino al 12 gennaio negli spazi dell’ Herbert Art Gallery & Museum di Coventry.

Giulia Ronchi

Premio Turner 2021
Fino al 12 gennaio 2022
Ingresso gratuito
Herbert Art Gallery & Museum
Jordan Well, Coventry CV1 5QP

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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