Per dipingere piccoli quadri Marta Naturale (Mirano, 1990) usa la lente di ingrandimento, si serve della tempera all’uovo e impiega anche mesi per terminare un solo pezzo. Ritrae siepi, villini padani, manopole di caldaie e corridoi dai raggelanti riflessi. Formalmente è una fiamminga, ma la sua proposta non è ascrivibile a un’idea di realismo.
Piuttosto, e nonostante il titolo distensivo di questa mostra, i lavori di Naturale sono duchampiani buchi della serratura, o mirini. Sì, perché bisogna avvicinarli questi dipinti, più di quanto non si riesca a immaginare; bisogna metterci il proprio di corpo, e fare i conti col proprio voyeurismo. E quanto ad atmosfere, i toni sono esattamente quelli, chirurgici e foschi, da film noir, del capolavoro Étant donnés.
Un’ottima prima personale. Con qualche quadro che addirittura stordisce. Accade quando il soggetto è più conciso e così icastico da risultare trascendente.
‒ Pericle Guaglianone
Eventi d'arte in corso a Roma
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