Il grande gioco. La mostra su Anna Paparatti a Roma
Attiva come artista, performer e animatrice culturale, Anna Paparatti è stata una delle figure più vivaci della Roma degli Anni Sessanta e Settanta. A renderle omaggio è la mostra ospite di Edd Art, a cura di Alessio de’ Navasques.
Anna Paparatti nella sua casa di via del Babuino davanti alla sua opera Il Grande Gioco, 1966. Photo Alberto Grifi. Courtesy Archivio Anna Paparatti
Entrare ne Il grande gioco vuol dire rivivere la vita di Anna Paparatti attraverso il suo sguardo, in un’atmosfera priva di inutili diktat e animata da un profondo senso di libertà e anticonformismo. La mostra include opere – alcune delle quali inedite ‒ di artisti del calibro di Toti Scialoja, Renato Mambor, Cy Twombly e Pino Pascali, a testimonianza di tutti quei rapporti amicali e di tutti gli incontri che hanno animato la vita della nota artista.
Ed è proprio da uno dei suoi primi dipinti che trae ispirazione il titolo della mostra, alludendo a quella dimensione ludica che ha sempre contraddistinto il suo temperamento, capace di svelare l’essenza più veritiera del reale.
ANNA PAPARATTI A ROMA
Al centro dello spazio campeggia un tavolo che raccoglie una selezione di fotografie e documenti dell’archivio Paparatti, passando dagli scatti con l’amico fraterno Pino Pascali, all’immagine che li ritrae nel foyer del Teatro dei Satiri poco prima di Mysteries and Small Pieces, fino all’immagine nella quale indossa il celebre abito realizzato per lei da Jannis Kounellis e sua moglie Efi, diventando così una vera e propria opera vivente in occasione della mostra alla storica Galleria La Tartaruga.
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Anna Paparatti, Il Gioco del Nonsenso, 1963, tempera su tela antica, cm 40×28,5. Photo Giorgio Benni
LA MODA E ANNA PAPARATTI
Parlare di abbigliamento non è inusuale in una mostra in cui arte e moda si trovano a viaggiare parallelamente. D’altronde siamo a cavallo degli Anni Sessanta e l’abito assume un ruolo fondamentale per esprimersi, uno strumento che la stessa artista decide di usare in piena libertà tant’è che “l’apparato vestimentario diventa un medium artistico, transfer di un processo maieutico rivelatore dell’io dell’artista, indispensabile nei progetti performativi come mezzo di trasformazione ed escapismo”, come sottolinea il curatore nel testo critico che accompagna la mostra.
1 / 23Anna Paparatti con Pino Pascali e alcuni attori del Living Theatre nel foyer del Teatro dei Satiri in occasione dello spettacolo Mysteries and Small Pieces, 1965. Courtesy Archivio Anna Paparatti2 / 23Anna Paparatti durante il rituale del te in una casa privata, anni '70. Courtesy Archivio Anna Paparatti3 / 23Anna Paparatti durante la performance Ginnastica Mentale alla Galleria L'Attico, 1968. Courtesy Archivio Anna Paparatti4 / 23Anna Paparatti e Pino Pascali giocano con le armi finte opera dell'artista nel cortile dello studio di Pascali. Photo Gianfranco Mantegna. Courtesy Archivio Anna Paparatti5 / 23Anna Paparatti indossa il vestito realizzato per lei da Jannis Kounellis e sua moglie Efi, 1966. Courtesy Archivio Anna Paparatti6 / 23Anna Paparatti indossa un antico mantello marocchino e Fabio Sargentini il montone appartenuto a Pino Pascali, ritratti negli spazi della galleria di Lucio Amelio nel 1970. Photo Claudio Abate. Courtesy Archivio Anna Paparatti7 / 23Anna Paparatti indossa una pistola vera di Pino Pascali ritratta prima di recarsi con l'artista in un bar nei pressi dello studio di Via di Boccea per una performance improvvisata, 1965. Photo Gianfranco Mantegna. Courtesy Archivio Anna Paparatti8 / 23Anna Paparatti nella sua casa di via del Babuino davanti alla sua opera Il Grande Gioco, 1966. Photo Alberto Grifi. Courtesy Archivio Anna Paparatti9 / 23Anna Paparatti ritratta con un abito afghano nel suo studio, anni '70. Photo Claudio Abate. Courtesy Archivio Anna Paparatti10 / 23Anna Paparatti ritratta nel 1966. Courtesy Archivio Anna Paparatti11 / 23Anna Paparatti ritratta nella sua casa di via del Babuino, 1968. Alle sue spalle il manifesto della mostra di Kounellis del 1967. Photo Luca Patella. Courtesy Archivio Anna Paparatti12 / 23Anna Paparatti, Il Gioco del Nonsenso, 1963, tempera su tela antica, cm 40x28,5. Photo Giorgio Benni13 / 23Anna Paparatti, Le Ieu de l'Absurde, 1965, tempera su tela antica, cm 50x40. Photo Giorgio Benni14 / 23Il Grande Gioco. Exhibition view at EddArt, Roma 2021. Photo Giorgio Benni15 / 23Il Grande Gioco. Exhibition view at EddArt, Roma 2021. Photo Giorgio Benni16 / 23Il Grande Gioco. Exhibition view at EddArt, Roma 2021. Photo Giorgio Benni17 / 23Pino Pascali, Balena azzurra, 1964, pittura su cartoncino, cm 19,8x50. Photo Paolo Cardoni18 / 23Pino Pascali, Conchiglia, 1964, pittura su tavola, cm 38,5x49,5. Photo Paolo Cardoni19 / 23Pino Pascali, K8, 1965, smalti su tavola, cm 65x85. Photo Paolo Cardoni20 / 23Pino Pascali, Pesci, 1964, encausto su tavola, cm 45x140. Photo Paolo Cardoni21 / 23Pino Pascali, Posteros, 1965 66, pittura e collage su cartone pressato, cm 41x47. Photo Paolo Cardoni22 / 23Pino Pascali, Totem, 1965, pittura su legno, cm 48x36. Photo Paolo Cardoni23 / 23Renato Mambor, Senza titolo, 1965, tecnica mista su tela, cm 200x180. Photo Giorgio Benni
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Valentina Muzi
Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…