Wonderful! Il premio che racconta come la giovane arte italiana riparte post pandemia

Sono Binta Diaw, Riccardo Giacconi, Marco Giordano, Margherita Raso i quattro vincitori della prima edizione del Premio Wonderful! promosso dal Museo del Novecento Firenze

In un momento di crisi come quello che il settore sta attraversando a causa dello shock pandemico colpendo in particolar modo musei e luoghi d’arte sfiancati dalla mancanza di turismo, torna forte la necessità di parlare e investire nelle idee che sostengono gli artisti del presente. Proprio con questo proposito è nato il Premio Wonderful!, iniziativa ideata dal Museo Novecento Firenze che lo scorso 6 maggio ha annunciato i vincitori. “La città e le nostre comunità tornano alla vita partendo dalla rimessa a disposizione della nuova disponibilità del patrimonio artistico pubblico e soprattutto delle idee perché stiamo parlando di musei intesi come “corpi vivi”, ha commentato Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Firenze, “e non come luoghi della conservazione quindi che giocano questo doppio binario della valorizzazione delle collezioni e al tempo stesso delle ideazione di progetti che stimolano e portano, con una forza centripeta straordinaria, aggregano intelligenza e sguardi sul presente”. Da città della conservazione a città della produzione culturale, dunque. Oggi Firenze è famosa per essere la città Rinascimentale per eccellenza, visitata per le sue opere conosciute in tutto il mondo. Come ricorda il direttore del Museo Novecento, Sergio Risaliti, che ha presentato l’iniziativa insieme alla collega del Centro Pecci, Cristiana Perrella, però, “Firenze è da sempre stata una città laboratorio, una città atelier. Una città che ha avuto al centro l’interesse per la formazione delle capacità artistiche con personaggi che venivano da Vinci, per esempio, o da Capraia”. Ecco chi sono i vincitori della prima edizione.

 -Untitled N.4  

BINTA DIAW

Binta Diaw, Black powerless

Binta Diaw, Black powerless

Binta Diaw (1995) è la vincitrice più giovane del premio e ha già collezionato importanti esposizioni a mostre collettive, tra cui un allo spazio Savvy Contemporary di Berlino e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Diaw è un’artista visiva italo-senegalese che vive e lavora a Milano e grazie ad una personalissima ricerca artistica esprime il proprio punto di vista – come donna nera di seconda generazione – riguardo temi sociali molto importanti quali l’identità (la blackness) e la migrazione. Le sue opere e installazioni si offrono come significative opportunità per guardare alla contemporaneità con occhi diversi, una realtà eurocentrica che per molte persone dalle multiple radici può rivelarsi instabile e complessa. 

MARCO GIORDANO

La La Laaaa, Marco Giordano

La La Laaaa, Marco Giordano

Il secondo premiato è torinese di origine e scozzese d’adozione, si tratta del trentatreenne Marco Giordano. La sua ricerca artistica, ricca e diversificata (basata sull’uso di differenti media) si fonda sulla scelta di evitare uno stile preciso, cercando di plasmare materiali e tecniche sempre nuovi che danno vita ad una produzione influenzata dall’immaginario tecnologico e dai riferimenti culturali del presente. Elementi che, legati ad una tendenza antropomorfizzante, innescano i sensi dando luogo a cortocircuiti e associazioni inaspettate che mettono sullo stesso piano artista e spettatore.

MARGHERITA RASO

New York, Lubov, Pendant, Margherita Raso

New York, Lubov, Pendant, Margherita Raso

Classe 1991, Margherita Raso vive e lavora tra l’Italia e New York. Lombarda di origine, le sue opere occupano uno spazio intermedio tra scultura e istallazione, realizzate in seguito all’indagine tra spazio, forma e superficie. I tessuti vengono realizzati con un parallelismo con il mondo informatico dove il telaio funge da software e il tessuto da scheda adagiandosi sui limiti delle sale che li ospitano. Le sculture riportano le forme degli spazi fisici che le hanno generate, come le mani che le contengono o l’incavo tra fianchi e braccia. Talvolta unendo i due linguaggi l’artista mette in risalto la fragilità dei materiali e dei rapporti tra essi.

RICCARDO GIACCONI

Riccardo Giacconi_Options_installation view, Grazer Kunstverein_steirischer herbst_2019_photo_Clara Wildberger

Riccardo Giacconi_Options_installation view, Grazer Kunstverein_steirischer herbst_2019_photo_Clara Wildberger

La ricerca di Riccardo Giacconi (1985) è già pienamente matura. Il linguaggio e la narrazione vengono usati come mezzo per aderire ad un contesto sociopolitico o per creare una forma di resistenza. Il suo interesse per le relazioni fra le arti visive e la letteratura fa sì che nascano delle narrazioni che vengono espresse tramite installazioni video, ambientali e performance, esposte e realizzate in tutto il mondo dal territorio nazionale fino alla Russia.

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Untitled n.4

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