Guernica, icona di pace, non è più all’ONU. I Rockefeller si sono ripresi il capolavoro di Picasso

Guernica di Picasso, in prestito dal 1984 all’ONU come icona di pace, è stata ritirata dal figlio di da Nelson A. Rockefeller senza dare spiegazioni

Ci sono tante versioni di Guernica (in olio, cartone, arazzo) sparse nel mondo, tra musei e collezioni private. Ma se c’è un luogo più adatto di tutti ad ospitare questa rappresentazione di un’emblematica crudeltà che, per la sua sorprendente forza visiva, si tramuta in icona di pace, quello è senz’altro l’ONU. Da oggi però alle Nazioni Unite le cose cambiano perché i Rockefeller, proprietari dell’opera, se la sono ripresa dopo quasi 37 anni, portandola via da quella sede tanto simbolica.

GUERNICA DI PICASSO RITIRATO DALLA SEDE DELL’ONU

Era, infatti, il 1984 quando la potente famiglia statunitense decise di prestare il capolavoro di Picasso alle Nazioni Unite come monito agli effetti devastanti di tutte le guerre: molti ricorderanno quando, nel 2003, l’iconico arazzo che ornava la sala del Consiglio di Sicurezza dell’Onu venne coperta durante la conferenza stampa dove Colin Powell annunciava l’invasione dell’Iraq. Ma ora, il figlio del diplomatico e filantropo Nelson A. Rockefeller, Nelson A. Rockefeller Jr., ha cambiato idea, ritirando il proprio prestito: recentemente ha “notificato all’Onu la sua intenzione di riaverlo indietro”, e, come confermato in una nota alla stampa da Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario generale António Guterres, l’arazzo è stato restituito all’inizio di questo mese. Ideato e creato in soli 33 giorni dopo il bombardamento del paese basco di Guernica nell’aprile del 1937 ed esposto all’Expo di Parigi nello stesso anno, il celebre dipinto a olio di Picasso oggi è esposto stabilmente al Museo Reina Sofia di Madrid.

PICASSO E IL CARTONE DI GUERNICA PER L’ONU

Ma 18 anni dopo la realizzazione dell’olio, l’artista catalano ne fa un cartone modello per la tessitura dell’arazzo da parte dell’atelier francese Jacqueline de La Baume-Dürrbach da prestare poi all’ONU, come raccontato nella nostra intervista di qualche anno fa alla curatrice Serena Baccaglini che lo ha “scoperto”: “tutto avviene esattamente nel 1955, quando Nelson Rockefeller stimola l’artista a rifare l’opera che aveva attirato l’attenzione del mondo intero per la sua forte carica emotiva, la più drammatica denuncia contro gli effetti devastanti della guerra. Non potendo realizzare una copia del suo dipinto, il geniale artista penserà alla trasposizione di questo in forma di arazzo. Data fondamentale per la realizzazione di questo progetto sarà il 1951, quando Picasso incontrerà la tessitrice Jacqueline de la Baume Durrbach ad una mostra al Musée de l’Annonciade a Saint Tropez e ne intuirà subito le capacità creative”. Ora ci sarà da riempire lo spazio vuoto lasciato da Guernica con un’altra opera di altrettanto impatto emotivo, come ha annunciato Dujarric: “il Segretario Guterres esaminerà le opzioni per le opere da esporre fuori dal Consiglio di Sicurezza, e la revisione sarà effettuata dalla Commissione per le arti delle Nazioni Unite”.

-Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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