Morto a 79 anni a Cuneo Matteo Viglietta, sua la Collezione La Gaia

La storica dell’arte e curatrice Eva Brioschi ricorda Matteo Viglietta, imprenditore piemontese e collezionista d’arte da più di quaranta anni scomparso il 23 novembre 2020 a 79 anni. Con la compagna Bruna Girodengo aveva aperto un museo privato a Busca, in provincia di Cuneo, dove ospitare parte della sua collezione di arte contemporanea, la Collezione La Gaia, che comprendeva più di duemila opere: capolavori che andavano dalle Avanguardie al Moderno, dall’Arte Povera all’Arte Minimal e Concettuale, fino alle ricerche più attuali. Una delle collezioni private più importanti in Italia

Chiunque abbia conosciuto Matteo Viglietta ricorderà per prima cosa il suo sorriso. E non è una banalità di circostanza. Tutti quelli che lo incontravano per la prima volta rimanevano colpiti dal suo sorriso aperto, franco, accogliente, in un volto luminoso in cui pure gli occhi sorridevano. Era un uomo generoso. Riservato come tutti i piemontesi, ma accogliente e generoso. Accettava malvolentieri inviti da chiunque; non frequentava molto le inaugurazioni, le occasioni mondane, ma tutti coloro che condividevano la sua passione per l’arte erano i benvenuti a casa sua, dove una bottiglia di vino buono era sempre in fresco per brindare insieme.

MATTEO VIGLIETTA, COLLEZIONISTA E AMANTE DELL’ARTE

La sua casa era a Busca, in un piccolo paese vicino a Cuneo, dove nel 2002 aveva costruito con la sua compagna Bruna un vero museo, un luogo per ospitare la sua collezione d’arte. Migliaia di opere collezionate nel corso di decenni, visitando gallerie, musei e fiere in tutto il mondo, e sempre con la stessa fame di conoscenza, con lo stesso stupore, con la stessa urgenza, che lui aveva finito per chiamare malattia. Dall’amore per l’arte contemporanea non è mai guarito. L’arte è rimasta quell’energia incredibile capace di fargli luccicare gli occhi fino all’ultimo giorno.

MATTEO VIGLIETTA E IL MUSEO DI BUSCA

L’arte è stato un grande amore corrisposto. Un amore che lui ha nutrito quotidianamente leggendo e sfogliando libri, cataloghi, riviste, che sono conservati a migliaia nella chilometrica biblioteca che si estende lungo l’ultimo piano del museo di Busca. E in quei libri lui ricordava spesso la posizione di un’opera, la presenza di un artista. Aveva infatti una memoria prodigiosa, che non lo ha mai abbandonato. Ricordava poco i nomi e i volti delle persone che in qualsiasi occasione pubblica gli si avvicinavano ossequiose, ma non dimenticava mai un’opera che lo aveva colpito, la sua collocazione e la sua quotazione di mercato. Era un imprenditore infatti, e conosceva bene il valore delle cose. Per quanto rispettasse il lavoro degli artisti, la competenza dei galleristi, era solito imbastire contrattazioni estenuanti, non tanto per avarizia, quanto per rispetto. Come in una singolar tenzone tra gentiluomini, lui vedeva nella contrattazione una forma di conoscenza e rispetto reciproci. Amava uscirne vincitore, ma poi ricompensava i suoi sfidanti con una franca e leale amicizia, che si concretizzava in un sostegno reale e continuo.

LA CURATRICE DELLA COLLEZIONE LA GAIA RICORDA MATTEO VIGLIETTA

Era un uomo che amava la bellezza, ma non smetteva mai di interrogarsi sul suo significato. L’arte per lui era un luogo ideale abitato anche da sensazioni e pensieri scomodi, irrisolti, inquietanti. I suoi occhi curiosi e sorridenti erano lo specchio di una visione chiara e libera, personale e unica. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo porterà quello sguardo e quel sorriso nella memoria e nel cuore, come un’aura benevola che ci accompagnerà per tutta la nostra esistenza.

– Eva Brioschi

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Redazione

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