Biennale di Venezia 2022, ecco gli artisti che rappresenteranno Paesi Nordici, USA e Francia

Continua a delinearsi il quadro delle presenze nazionali alla prossima Mostra Internazionale d’Arte di Venezia, in programma con un anno di ritardo nel 2022. A svelare i protagonisti dei loro Padiglioni sono stati di recente I Paesi Nordici, gli USA e la Francia

Nonostante la pandemia continui a mettere a dura prova l’intero pianeta causando, anche nel mondo dell’arte, rinvii e annullamenti di importanti appuntamenti, i diversi Paesi partecipanti alla Biennale di Venezia continuano a lavorare per trovare gli artisti che li rappresenteranno alla prossima edizione della mostra, che si terrà dal 23 aprile al 27 novembre 2022. E stando alle ultime notizie, sarà una biennale dai toni fortemente politici e incentrata sui temi più scottanti della contemporaneità: identità etnica, razzismo, femminismo. Ecco nel dettaglio cosa accadrà nei Padiglioni dei Paesi Nordici (ribattezzato in Sámi), degli USA e della Francia.

–  Desirée Maida

IL PADIGLIONE SÁMI ALLA BIENNALE DI VENEZIA 2022

From left to right Pauliina Feodoroff, Máret Ánne Sara, Anders Sunna. Photos by Per Josef Idivuoma, Marie Louise Somby, Erik Persson

From left to right Pauliina Feodoroff, Máret Ánne Sara, Anders Sunna. Photos by Per Josef Idivuoma, Marie Louise Somby, Erik Persson

Sarà una mostra dalla portata quasi epocale quella che si terrà al Padiglione dei Paesi Nordici(Finlandia, Norvegia e Svezia) alla 59. Mostra Internazionale d’Arte di Venezia: per la prima volta nella storia della Biennale infatti il Padiglione cambierà il proprio nome, trasformandosi da “Nordico” a “Sámi”. I Sámi, in italiano chiamati impropriamente Lapponi, sono una popolazione indigena stanziata tra Russia, Norvegia, Finlandia e Svezia, con una propria tradizione culturale e linguistica e a cui però non è mai stato riconosciuto uno status indipendente. Il Padiglione Sámi rappresenta quindi non solo un’occasione per conoscere stili e linguaggi degli artisti originari di questa regione, ma soprattutto un riconoscimento di natura sociopolitica che va ben oltre le dinamiche dell’arte contemporanea. Pauliina Feodoroff, Máret Ánne Sara e Anders Sunna sono gli artisti Sámi che rappresenteranno il loro popolo alla Biennale, su commissione dell’Office for Contemporary Art Norway (OCA). La scelta è stata motivata dalla volontà di “richiamare l’attenzione sull’eccellenza di questi artisti Sámi e sul valore delle loro storie personali e collettive”, si legge su una nota stampa. “La loro arte sottolinea la situazione urgente vissuta oggi da molti Sámi e da altri popoli indigeni di tutto il mondo”. Pauliina Feodoroff (1977) è regista teatrale e artista che si è battuta per i diritti della terra e dell’acqua dei Sámi in veste di Presidente del Consiglio Sámi; Máret Ánne Sara (1983) è un’artista la cui ricerca riflette su questioni politiche e sociali che interessano il popolo Sámi; Anders Sunna (1985) invece racconta, attraverso le sue opere, la storia dell’oppressione del popolo Sami e della lotta durata cinque decenni combattuta dalla sua famiglia per i diritti sulla terra come pastori di renne nelle foreste.

IL PADIGLIONE DEGLI USA ALLA BIENNALE DI VENEZIA 2022

Simone Leigh, The Waiting Room, 2016. Courtesy of New Museum, New York

Simone Leigh, The Waiting Room, 2016. Courtesy of New Museum, New York

Simone Leigh sarà la prima donna nera a rappresentare gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia. Nata a Chicago nel 1967 e residente a New York, Leigh è tra gli artisti americani più importanti di oggi: la sua ricerca si serve di diversi media, spaziando tra scultura, installazione, video e performance.  Il suo lavoro esplora la “soggettività femminile nera”, soffermandosi soprattutto nell’analisi dell’emarginazione delle donne afroamericane nella storia. Prima di Simone Leigh, che è stata scelta dall’Ufficio per gli Affari Culturali del Dipartimento di Stato su consiglio di altri artisti e curatori, i precedenti artisti del Padiglione USA sono stati lo scultore Martin Puryear e il pittore Mark Bradford, entrambi afroamericani. “Penso di essere parte di un più ampio gruppo di artisti e pensatori che hanno raggiunto massa critica”, ha dichiarato Leigh. “Il clima orribile che stiamo attraversando non riesce a distrarmi da quanto sia straordinario oggi essere un’artista nera”. Opere di Leigh sono esposte al Whitney e al Guggenheim; per Venezia invece realizzerà una scultura monumentale in bronzo collocata nel cortile esterno del Padiglione che, con le sue colonne neoclassiche, ricorda all’artista la Casa Bianca “con tutti i suoi significati”. Gran parte del progetto sarà realizzato in collaborazione con le studentesse dello Spelman, college femminile black di Atlanta, con l’obiettivo di preparare giovani donne afroamericane a lavorare nel mondo dell’arte.

IL PADIGLIONE DELLA FRANCIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA 2022

Padiglione Francia - Biennale di Venezia 2019. Ph. Irene Fanizza

Padiglione Francia – Biennale di Venezia 2019. Ph. Irene Fanizza

La Francia è stata tra i primi Paesi a rivelare l’artista che la rappresenterà alla prossima Biennale: ovvero Zineb Sedira“Con questa scelta, la Francia si rivolge al mondo con un doppio simbolo”, scriveva lo scorso febbraio Le Mondedando la notizia in anteprima.  Il primo è riferito al fatto che “le artiste si contano sulle dita di una mano dal… 1893”– sebbene nel 2019 il Padiglione francese abbia ospitato il progetto espositivo di un’artista, Laure Prouvost, con la curatela di Martha Kirszenbaum –, il secondo invece ha un evidente significato politico: Zineb Sedira è la prima artista di origini algerine a rappresentare la Francia alla Biennale di Venezia. Di recente l’Institut français – che insieme ai Ministri alla Cultura e all’Europa e agli Affari Esteri ha commissionato il Padiglione – ha rivelato i nomi dei curatori del progetto espositivo: si tratta di Yasmina Reggad, Sam Bardaouil e Till Fellrath di artReoriented. Yasmina Reggad e Zineb Sedira hanno cofinanziato il progetto aria(artist residency in algiers), una piattaforma che dal 2012 ospita artisti, curatori e istituzioni internazionali ad Algeri; Sam Bardaouil e Till Fellrath hanno collaborato con Sedira a diversi progetti negli ultimi dieci anni, tra cui il video e l’installazione scultorea su larga scala The End of the Roadper l’apertura di Mathaf: the Arab Museum of Modern Art a Doha nel 2010, la mostra al Gwangju Museum of Art in Corea del Sud nel 2014 e la sua prima mostra personale a New York alla Taymour Grahne Gallery nel 2015

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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