La Roma di Alessandra Giovannoni (Roma, 1954) rimanda a un altrove dai toni esotici e sconosciuti. Una versione meno luminosa della sua recente produzione in cui ombra e luce si scambiano i ruoli. Verde Tevere racconta una Roma sommersa, selvaggia, quasi pluviale.
Le pennellate sembrano farsi largo nella vegetazione per scoprire il paesaggio circostante. Una luminosità garbata in cui la penombra sembra offrire riparo all’osservatore. Soprattutto se paragonata alle precedenti visioni/versioni dell’Urbe. Colori spenti che fanno virare il biondo Tevere verso il verde marcio. Foglie, piante e alberi, prospettive insolite e sprazzi di cielo; e il fiume che rimane protagonista. Appunti visivi estemporanei, al limite tra il sintetismo e l’astrazione, nell’immediatezza del plein air. Grumi di colore, gocciolature e ripensamenti: una liquidità anche nel pigmento in una dimensione ambientale e dell’anima ‒ viscerale e monocromatica ‒ che innesca una nuova consuetudine visiva.
‒ Michele Luca Nero