Scolpire l’identità. Ugo Rondinone a Roma

La grande e potente scultura della serie “Nuns+Monks”, allestita nella ex chiesa di Sant'Andrea de Scaphis, a Roma, con la curatela della Gavin Brown’s Enterprise, galleria in chiusura, condensa la sfida al tempo e alle categorizzazioni di un artista come Ugo Rondinone, il cui racconto pone al centro l'individuo e le sue contraddizioni.

Come ci si relaziona al concetto di identità? È l’interrogativo che Ugo Rondinone (Brunnen, 1964) pone a chi osserva la sua imperiosa opera. Il poliedrico artista svizzero costruisce il suo Monk attorno all’ambiguità dell’identità di genere, consacrandolo alla paganità dell’ex chiesa di Sant’Andrea de Scaphis. Enigmatica ma avvolgente, è questa la sensazione che si prova girandoci intorno; il principio di ciclicità del tempo è la chiave di lettura di una lunga ricerca che ha inizio nella monumentale installazione Human Nature alla Rockefeller Plaza nel 2013. L’alternanza dei pieni e dei vuoti, quella instabile sensazione del non-finito michelangiolesco evocano chiari riferimenti a Giacomo Manzù e sottendono a una percezione della statuaria antica, intrisa di una sperimentazione moderna di eco picassiano.

Silvia Mattina

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Silvia Mattina

Silvia Mattina (Roma,1984) è laureata in Storia dell'arte moderna presso l'Università degli Studi di Roma Tre. È appassionata e curiosa di ogni forma di arte e cultura, con predilezione per il Barocco e l'arte secentesca romana, su cui ha svolto…

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