Gallerie d’arte oltre il Covid. SpazioA a Pistoia insiste: “le mostre vanno viste dal vivo!”

La galleria diretta da Giuseppe Alleruzzo risponde alla crisi sanitaria globale e al “proliferare di mostre ed eventi virtuali” presentando due mostre all’interno dei propri spazi e un progetto speciale nello studio dell’artista Francesco Carone

In questi giorni è in corso l’edizione online di miart, “alternativa” alla rassegna annullata a causa della pandemia che, come numerose altre fiere di settore, si serve di piattaforme e viewing room digitali in cui presentare le opere proposte dalle gallerie partecipanti. La crisi sanitaria in corso ha quindi costretto o spinto il mondo dell’arte a rivisitare metodologie, approcci e appuntamenti oramai assodati, provando a trovare diversi modi di fruire e anche acquistare le opere d’arte. Nonostante i tempi sembrerebbero ancora lontani per un ritorno alla “normalità” pre-Covid, c’è chi prova a combattere la crisi sottolineando l’importanza di un ritorno agli spazi, alla fruizione e alle relazioni “reali” dell’arte, naturalmente nel rispetto delle norme per contrastare il contagio da Coronavirus. A inaugurare il prossimo 12 settembre due mostre in gallerie e un progetto speciale “in esterna” è SpazioA, galleria di Pistoia diretta da Giuseppe Alleruzzo che ci ha spiegato come “il proliferare di mostre ed eventi virtuali (già cominciato prima dell’emergenza Covid19) ci ha convinti sempre di più che il ruolo fondamentale delle galleria debba essere quello d’impegnarsi a realizzare mostre e progetti importanti all’interno dei propri spazi, e farle visitare”.

Libby Rothfeld Everybody Knows, 2020, veduta della mostra, SpazioA project space. Photo Carlo Favero Courtesy SpazioA, Pistoia

Libby Rothfeld Everybody Knows, 2020, veduta della mostra, SpazioA project space. Photo Carlo Favero Courtesy SpazioA, Pistoia

LE MOSTRE POST-COVID ALLA GALLERIA SPAZIOA

Alla galleria SpazioA saranno così inaugurate due mostre: la prima, allestita nello spazio principale, è Fango, personale di Giulia Cenci (Cortona, 1988) che espone per la prima volta in Italia l’installazione che l’artista ha realizzato a settembre 2019 all’Institute of Contemporary Art, Villeurbanne/Rhône-Alpes, durante la 15esima Biennale de Lyon; si tratta di una serie di installazioni radicali fatte di sculture che creano una sorta di nuovo habitat, contraddistinto dalla ripetizione e dall’aggregazione di diversi materiali, tutti elementi propri della ricerca dell’artista. La seconda mostra, allestita nel project space della galleria, è Everybody Knows, (New Brunswick, 1990), prima personale di Libby Rothfeld che presenterà un gruppo di lavori scultorei in cui elementi fatti a mano si combinano con oggetti della quotidianità. Flow è invece il titolo della collettiva che si terrà all’interno dello studio dell’artista Francesco Carone (Siena, 1975), a pochi passi dalla galleria. La mostra vede protagonisti Daniel Gustav Cramer, Luca Bertolo, Nona Inescu, Giulia Cenci, Chiara Camoni, Esther Kläs, David Jablonowsky, Alessandro Mencarelli, Katarina Zdjelar, Santi Alleruzzo, Ode de Kort e lo stesso Carone che ha scelto le opere da esporre nel suo nuovo studio.

Giulia Cenci, fango, 2020, veduta della mostra, SpazioA. Photo_ Carlo Favero Courtesy SpazioA, Pistoia

Giulia Cenci, fango, 2020, veduta della mostra, SpazioA. Photo_ Carlo Favero Courtesy SpazioA, Pistoia

GALLERIE D’ARTE E PANDEMIA. LE RIFLESSIONI DI GIUSEPPE ALLERUZZO

Con queste nuove mostre, SpazioA ha dato vita a una sorta di percorso che porta il pubblico dalla galleria al vicino studio di Francesco Carone. Questo vostro progetto arriva in un momento in cui gallerie e grandi eventi spesso scelgono di realizzare i propri eventi online anziché dal vivo…
Gli eventi e le piattaforme virtuali esistevano già, chiaramente con la pandemia questa dimensione si è accentuata. Sono convinto però della necessità di tornare a creare eventi reali e visitabili, e che questo momento rappresenti una grande occasione per ritornare a costruire e progettare mostre in galleria, che è uno dei luoghi più importanti dell’arte, e riportare le persone alle mostre.

In che modo la pandemia può cambiare il modo di fruire l’arte?
Il divieto di assembramenti e il distanziamento sociale potrebbe spingere il pubblico a visitare le mostre anche oltre l’inaugurazione, situazione in cui di solito i visitatori non si soffermano molto sulle opere. La “velocità di osservazione” tipica delle fiere ha portato il pubblico a disabituarsi dall’approfondimento, e anche a rapporti più superficiali tra galleristi e collezionisti, tutti momenti questi che secondo me hanno bisogno di maggiore attenzione e cura.

Nonostante la pandemia, è quindi possibile tornare a progettare e a fare le mostre “reali”?
Secondo me è necessario tornare a fare le mostre vere, e le nostre vogliono essere una risposta a tutto quello che di virtuale sta succedendo, facendo tornare al centro del sistema dell’arte le idee degli artisti che vanno sostenute con coraggio. Tutto questo chiaramente con la massima attenzione al rispetto delle normative anti-Covid.

– Desirée Maida

Pistoia // dal 12 settembre al 7 novembre 2020

Giulia Cenci – Fango
Libby Roothfeld – Everybody Knows
SpazioA
Via Amati 13
www.spazioa.it

Flow
Studio di Francesco Carone
Via Attilio Frosini 21

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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