Morto a Todi l’artista Riccardo Murelli. Aveva solo 45 anni

Scomparsa prematura per lo scultore che si divideva tra l'Umbria e la Russia. Le sue opere sono in musei, gallerie e parchi di sculture all'aperto

Ha sempre dimostrato parecchi anni in più di quelli che aveva, Riccardo Murelli (Roma, 1975). Sia perché ti dava l’impressione di vivere la vita a pieno, senza risparmiarsi mai; sia per il suo esserci spesso: interessato alle cose del mondo dell’arte a prescindere dai suoi lavori, con un innato approccio da compagnone. Il suo sembrare più grande dell’età che aveva e il suo aver fatto, visto e conosciuto parecchio non lenisce però il dolore per una scomparsa giunta terribilmente prematura: lo scultore romano ma umbro (e perfino russo) di adozione avrebbe compiuto 45 anni tra poche settimane e tutto questo disegna i contorni di una terribile ingiustizia.

Riccardo Murelli controlla la sua installazione in una mostra personale a Roma, nel 2008, alla galleria Tralevolte

Riccardo Murelli controlla la sua installazione in una mostra personale a Roma, nel 2008, alla galleria Tralevolte

MORTO RICCARDO MURELLI: LA CARRIERA

Dopo gli studi a Perugia, a Todi aveva trovato quella piccola Atene che è stata ed è tale per molti artisti. Lui aveva puntato a partire dal 1996 su Beverly Pepper della quale fu assistente. Iniziò a realizzare sculture a 19 anni, l’età che oggi ha suo figlio, Umberto Murelli, fotografo. Poi vennero le installazioni più grandi, quasi sempre in metallo, ambientali, in Umbria, nel Lazio e altrove e alcune mostre significative a Perugia come a Roma o a Milano e negli ultimi tempi soprattutto in Russia dove diventò di casa nel corso di tutti gli Anni Dieci trovando un terreno fertile e partner importanti per realizzare progetti ambiziosi. Da non trascurare la collaborazione con aziende del design, nell’ambito di un percorso costantemente assai versatile. Murelli è sempre stato vicino al lavoro del nostro giornale, con la generosità che tutti gli riconoscono e senza chiedere nulla in cambio. Di tanto in tanto, durante i suoi mesi a Mosca, quando c’era qualche manifestazione internazionale scriveva se in redazione avessimo bisogno di foto e se la risposta era affermativa si tramutava in fotoreporter, partiva e poi mandava il servizio per illustrare l’articolo. Generosità e voglia di essere sempre in mezzo alle cose con una forza comunicativa ed empatica non comune. Tutto questo è terminato troppo presto.

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Redazione

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