Le opere al Vantablack di Anish Kapoor in mostra a Venezia durante la Biennale d’Arte 2021

Il celebre scultore anglo-indiano, in occasione della prossima Biennale d’Arte, porterà nelle Gallerie dell’Accademia le sue sculture realizzate con il Vantablack, lo speciale pigmento nero di cui ha acquisito i diritti esclusivi.

Ritorniamo a parlare della prossima Mostra Internazionale d’Arte di Venezia, in programma da maggio a novembre 2021, stavolta non per svelarvi i nomi di artisti e curatori che animeranno i Padiglioni nazionali, ma per anticiparvi una delle grandi mostre che si terranno in Laguna in occasione della storica kermesse. Tra gli artistar che saranno protagonisti di esposizioni e retrospettive a Venezia, è Anish Kapoor, scultore anglo-indiano che porterà, negli spazi delle Gallerie dell’Accademia e per la prima volta al mondo, una serie di sculture realizzate con “il materiale più nero dell’universo”. Di che materiale si tratta? Dell’ormai noto e controverso Vantablack. 

VANTABLACK, IL COLORE UTILIZZATO SOLO DA KAPOOR

La vicenda che vede protagonista il Vantablack risale al 2016, quando Kapoor acquistò i diritti esclusivi del particolare pigmento, prodotto dalla società inglese Surrey NanoSystems (e realizzato a fini militari per verniciare i velivoli “stealth”, ovvero i jet invisibili ai radar) e talmente scuro da riuscire ad assorbire il 99,96 per cento di luce. Un gesto, quello di Kapoor, che fece indignare la comunità artistica internazionale. Il motivo? L’aver monopolizzato un materiale di cui tutti gli artisti avrebbero avuto il diritto di usufruire. Nonostante fossero trascorsi un po’ di anni, nel 2019 l’artista britannico Stuart Semple ritornò sulla faccenda “nero” lanciando su Kickstarter un crowdfunding per realizzare un nuovo pigmento nero più nero del Vantablack, utilizzabile da tutti gli artisti del mondo. Tutti tranne Anish Kapoor.

LA MOSTRA DI KAPOOR A VENEZIA NEL 2021. LE OPERE AL VANTABLACK E NON SOLO

Nonostante le proteste i tentativi di inventare un nuovo Vantablack, l’unico artista che può utilizzare il pigmento rimane comunque Kapoor, che nel 2021 alle Gallerie dell’Accademia di Venezia presenterà le opere realizzate con il Vantablack. L’utilizzo del pigmento, come riportato da The Art Newpaper, è molto complesso, e lo spiega lo stesso Kapoor: la sua applicazione infatti richiede un processo tecnico specializzato che prevede l’ingresso del materiale all’interno di un reattore. “Le particelle si alzano come velluto quando vengono messe in un reattore. Per dare un senso di scala, se la particella fosse larga 1 m, sarebbe alta 300 m. Quando le particelle si alzano l’una accanto all’altra, la luce viene intrappolata tra ogni particella”, spiega Kapoor. A livello visivo, l’effetto che ne scaturisce è quello di opere d’arte “del tutto prive di dimensione”. Le nuove opere di Kapoor sono complesse non solo dal punto di vista creativo ma anche logistico: sarà molto problematico trasportarle fino a Venezia, dato che non possono essere toccate dalle mani umane. Oltre alle sculture “nere”, la mostra in Laguna includerà anche le sculture “vuote” blu e rosse che nel 1991 fecero vincere a Kapoor il Turner Prize, oltre a essere state esposte al Padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia del 1990. 

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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