Al Museo Novecento di Firenze le elezioni dei desideri 2020: vince il tempo, ultima la politica

Durante il Capodanno fiorentino, in una vera cabina elettorale allestita al museo, in 1000 hanno votato scegliendo in una lista di 10 coppie di desideri: ha vinto “Più tempo, più passioni”

Il tempo è il bene più prezioso in un’epoca così veloce e frenetica, un lusso che ci si può concedere sempre meno. Per questo è stato eletto come desiderio dell’anno, durante una vera e propria votazione al Museo Novecento di Firenze. L’operazione è avvenuta lo scorso 31 dicembre, coinvolgendo ben 1000 elettori in occasione del Capodanno 2020 curato da F-Light – il tradizionale evento del Natale fiorentino – promosso dal Comune e organizzato da MUS.E – ma lo spoglio delle schede è avvenuto solo qualche giorno fa: da qui l’annuncio del vincitore assoluto su una lista di dieci desideri. “Siamo riusciti a coinvolgere il pubblico in un’operazione seria e divertente a un tempo, e questo proprio l’ultimo giorno dell’anno”, spiega Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento e ideatore del progetto.

Sergio Risaliti

Sergio Risaliti

IL VINCITORE DEL 2020

L’abbiamo costruita nei minimi dettagli, dalle cabine elettorali, ai simboli, fino alla combinazione dei desideri stessi, che in certi casi potevano anche spiazzare o indurre a doppie chiavi di lettura”. Ogni desiderio era, infatti, abbinato a una seconda aspirazione per consentire di votare il “desiderio dei desideri”: dopo Più tempo, più passioni – il vincitore del 2020 votato da 141 persone -, le proposte che hanno raccolto il maggior numero di voti sono state Più cura, più rispetto (128 voti), seguito da Meno sprechi, più benessere (107) e da Più solidarietà, più inclusione (106). Seguono poi Più lavoro, più serenità (97), Meno violenza, più fiducia (96), Più bellezza, più felicità (85), Più idee, più creatività (73), Meno disuguaglianza, più sicurezza (61), Più politica, più democrazia (28). “Ad esempio volevamo che gli “elettori” si fermassero a capire che la sicurezza è legata anche al problema della eccessiva diseguaglianza nelle società”, continua Risaliti. “Oppure che cura e rispetto vanno assieme e coinvolgono ambiente, patrimonio, i diritti delle persone, delle minoranze, ma anche il linguaggio. Che meno sprechi va di pari passo con più benessere. E che meno violenza può generare più fiducia e viceversa.  In ultimo volevamo far riflettere sul fatto che più politica genera nel migliore dei casi più democrazia, così come più democrazia esige più partecipazione politica. Ha vinto di poche misure più tempo più passioni. Davanti a più cura più rispetto. Le parole hanno un peso. Esce fuori uno spaccato significativo di un’Italia rivolta tanto verso l’intimo – alla ricerca di una pienezza e di una vera vita – quanto verso il mondo esterno, di cui si avverte la responsabilità della cura e del rispetto”. Il desiderio dell’anno sarà oggetto prossimamente di un progetto speciale a cura del Museo Novecento.

Claudia Giraud

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

Scopri di più