Come sta andando il settore culturale italiano? In ascesa. Lo dice il rapporto annuale di Symbola

Nel 2018 l’Italia dimostra una marcia in più rispetto al passato, con molti punti di crescita. Il territorio trainante è Milano, con tutta la Lombardia.

Quello di Fondazione Symbola è tra i più eminenti studi nazionali che attestino l’andamento del settore culturale in tutti i suoi diversi ambiti. Giunto alla nona edizione, è stato presentato a Palazzo Marino di Milano alla presenza del Ministro dei Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini. Il documento, redatto grazie alla collaborazione di circa 40 personalità di punta dei diversi settori, ha dimostrato che, essenzialmente, la Cultura in Italia gode di buona salute, (anche se si potrebbe fare di meglio). E che, soprattutto, ha dimostrato di essere uno dei motori trainanti della nostra economia. Bando, quindi, a frasi come “con la cultura non si mangia” et similia. Può essere senza dubbio un fattore di crescita e sviluppo, basta avere la ricetta giusta.

RAPPORTO SYMBOLA: BEST OF 2018

I dati dimostrano che la crescita nel 2018 rispetto all’anno precedente è stata di 96 miliardi di euro mossi (su un totale di 265,4 miliardi), che si traducono nel 16,9% della ricchezza prodotta dal Paese. Si parla di “soft power” dell’Italia, quello incentrato su creatività, sviluppo e capacità di innovazione. Nella top ten delle province più produttive ci sono Roma, Torino, Siena, Arezzo, Firenze, Aosta, Ancona, Bologna e Modena, ma in cima a tutte si erge Milano, che porta con sé anche l’efficienza del territorio di Monza-Brianza e della Lombardia, la prima regione per la spesa turistica attivata dalla domanda di cultura. Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo lombardo ha registrato nel 2018 circa 24,5 miliardi di euro e ha investito sulle risorse, assumendo oltre 365 mila addetti. Un sistema in cui rientrano tutte quelle attività economiche che producono beni e servizi culturali, ma anche quelle che, pur non producendone, utilizzano la cultura come input per accrescere il valore simbolico dei prodotti, quindi la loro competitività, definiti creative-driven. Si veda l’esempio di Banca Generali, che ha deciso di investire sul patrimonio artistico tramite acquisizione di opere o ristrutturazione e valorizzazione di beni architettonici.

RAPPORTO SYMBOLA: OCCUPAZIONE

In generale, l’occupazione nel 2018 è salita dell’1,5%, superiore a quella di altri settori dell’economia: gli occupati nel mondo della cultura ammontano complessivamente 1,55 milioni. Un ruolo molto importante lo hanno le industrie culturali che producono, da sole, 35,1 miliardi di euro di valore aggiunto, ovvero il 2,2% del complessivo nazionale. Le persone impiegate all’interno sono 500 mila, con un incremento delle imprese femminili (che rappresentano il 18%) e le imprese giovanili (il 7,6%), queste ultime presenti soprattutto in videogiochi e software, ma quasi assenti nel settore di architettura e design. “Cultura, creatività e bellezza sono la chiave di volta di molti settori produttivi di un’Italia che fa l’Italia”, commenta Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, “e consolidano la missione del nostro Paese orientata alla qualità e all’innovazione: un soft power che attraversa prodotti e territori e rappresenta un prezioso biglietto da visita. Un’infrastruttura necessaria anche per affrontare le sfide che abbiamo davanti a cominciare dalla crisi climatica. Se l’Italia produce valore e lavoro puntando sulla cultura e sulla bellezza, aiuta il futuro e favorisce un’economia più a misura d’uomo e, anche per questo, più competitiva”.

-Giulia Ronchi

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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