Paolo Grassino a Torino: 10 grandi opere nelle sale barocche di Palazzo Saluzzo Paesana

Le consuete atmosfere post-apocalittiche dell’artista torinese irrompono nelle sale storiche di Palazzo Saluzzo Paesana. La protagonista? È una sola: la città di Torino degli ultimi trent’anni

È un’antologica la mostra di Paolo Grassino (Torino, 1967), prodotta da Davide Paludetto Arte Contemporanea in collaborazione con Istituto Garuzzo per le Arti Visive e inaugurata in piena art week torinese a Palazzo Saluzzo Paesana. Il curatore ungherese e direttore del Museo di Sant’Etienne, Lorand Hegyi, che da sempre segue il lavoro di Grassino, ha scelto come filo conduttore la distopia e ha selezionato, di conseguenza, un corpus di opere dove il rapporto tra natura e uomo si scontra e si fonde in perenni contraddizioni. Le consuete atmosfere post-apocalittiche dell’artista torinese irrompono nelle sale baroccheggianti del palazzo, dove si percepisce la presenza di una sola protagonista: la città di Torino degli ultimi trent’anni, divisa tra la cultura del lavoro e la sua precarizzazione. Ne è un esempio l’unica opera realizzata appositamente per la mostra, Lavoro rende morte: un omaggio scultoreo agli operai morti nell’esplosione avvenuta negli stabilimenti della Thyssenkrupp nel 2007. Ecco le immagini…

– Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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