Uno, nessuno e centomila. Vitangelo Moscarda alter ego di tre artisti, a Torino

Amedeo Avogadro 10, Torino. Gioca sull’idea di alter ego, anonimato e finzione la mostra curata da Linda Fossati. Proprio come questo testo, firmato da una penna inventata da tre giovanissimi artisti.

Un autobus di gente addossata a pigri equilibri altrui mi deposita in Piazza Solferino. È festa, eppure anche i palazzi liberty languono nei loro colori, con questo grigio che impera e invita nei caldi interni dei caffè storici dove tra viennoiseries e bicerin i camerieri si affaccendano in un gran volteggiare di vassoi in metallo dorato. Attraversare Torino durante l’art week è un bagno di frenesie e incontri, si desidera esserci per scongiurare la paura del missing out e l’intorpidimento intellettuale. Lasciati da parte i grandi eventi, quelli più pop, quelli dove un pomeriggio non basta, dove un sovraccarico di contenuti spinge il timido visitatore a trovare pace nella folla abbacinata prima di riprendere la traversata delle gallerie-isole dell’Oval, mi dirigo verso mostre più intime, nascoste all’interno di immobili privati nelle vie che fanno da dietro le quinte alle piazze. Dalla fontana Angelica sono circa dieci minuti a piedi per arrivare in via Amedeo Avogadro 10, dove Danilo Sciorilli, Giulia Cotterli e Claudio Zorzi mi aspettano per raccontarmi il loro progetto di mostra collettiva, con un bicchiere di vino a coronare il sodalizio. Lo spazio scelto accompagna la conversazione, un bicolor bianco e beige che impasta le quattro stanze semivuote: un divano addossato alla parete, un tavolo per il piccolo aperitivo offerto agli avventori, uno schermo con il video enigmatico di presentazione della mostra, in loop. Uno spazio perfetto per le identità dimentiche.

LA MOSTRA

Con la curatela di Linda Fossati, Mostra personale di Vitangelo Moscarda nasce dal desiderio di rendere visibile l’anonimato, di interrogare il singolo immerso nella molteplicità, di proseguire, e piegare forse, il discorso che Pirandello faceva sul vuoto di senso generato dalla rincorsa verso una presunta irriducibilità dell’individuo come essenza circoscritta. Di qui, mi spiega Danilo, la decisione di non rivelare i loro nomi, che insieme strizzano l’occhio al personaggio Vitangelo Moscarda di Uno, Nessuno e Centomila: prototipo del giovane artista contemporaneo. La ricerca è quella esistenziale, tutta novecentesca, dell’identità, ricerca che porta Vitangelo a diventare l’alienato, il reietto per eccellenza. Ciascun lavoro, site specific, è stato concepito per incarnare rispettivamente le “singolarità” di Uno, Nessuno e Centomila. Partendo da una libera reinterpretazione del gioco The Game of Life degli Anni Ottanta, Danilo costruisce le carte del gioco ispirandosi alla simbologia dei Tarocchi, ma attenzione, il tiro dei dadi non vi condurrà a nessuna vittoria, di casella in casella il percorso è obbligato: non si arriva mai e si muore sempre.

Mostra personale di Vitangelo Moscarda. No One Knows Where Its Gone. Exhibition view, Torino 2019

Mostra personale di Vitangelo Moscarda. No One Knows Where Its Gone. Exhibition view, Torino 2019

OSSESSIONI E RIPETIZIONI

L’ossessione di Claudio è sublimata in Senza Titolo, tavole di possibilità, di universi che corrono paralleli al nostro, non visti. Appassionato di fisica contemporanea, attraverso il disegno con pastelli a olio lavora sull’idea di multiverso, dove assistiamo alla duplicazione del mondo e delle identità che lo popolano. Infine è Giulia che con No one knows where it’s gone (Part I) si misura con il gesto della ripetizione realizzando, uno a uno, cinquanta esemplari di quello che da bambina era il suo oggetto transizionale, un pupazzo che dalla dimensione bidimensionale del foglio diventa materica rappresentazione della teoria di Donald Winnicott.
Senza dubbio tre giovani artisti da tenere d’occhio che ritroveremo in una collettiva curata da Antonello Tolve presso la galleria Centometriquadri Arte Contemporanea a Santa Maria Capua ai primi di dicembre con questo titolo bellissimo: Come se il tempo si fosse tutto rannicchiato, da dietro in avanti e da davanti all’indietro, compresso in un istante compatto.

Giulia Penta

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Giulia Penta

Giulia Penta

Originaria della provincia di Rimini, Giulia Penta è studentessa di Italianistica presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna, dove si laurea in Letteratura Contemporanea con la ricerca "Translingual sensibility: la lezione beckettiana nell’opera di Gianni Celati", indagando il concetto di frontiera…

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