Biennale di Venezia 2019: nasce Giudecca Art District, riunisce 11 spazi nuovi e storici

In occasione della 58. Biennale di Venezia, l’isola della Giudecca inaugurerà il primo quartiere artistico permanente della città: un network di spazi nuovi ed esistenti aperto tutto l’anno. Abbiamo intervistato il suo direttore Pier Paolo Scelsi

L’isola veneziana della Giudecca vanta una ricca storia anche sull’arte contemporanea, oltre alla notevole vicinanza alla Biennale. Così, non potrà che aprire a partire dal 9 maggio, in occasione della 58. Mostra Internazionale d’Arte, il nuovo programma curatoriale e quartiere d’arte permanente di Venezia: GAD – Giudecca Art District. Partendo dallo scenario storico dell’isola – negli ultimi 50 anni ha ospitato una serie di significative mostre d’arte contemporanea, tra cui la prima performance di Marina Abramovic nel 1976 e una sua mostra allo Zuecca Project Space nel 2017, oltre alla mostra di Ai Weiwei Disposition durante la Biennale del 2013 – e dall’esperienza di One Contemporary Art, GAD è un network che comprenderà 11 gallerie, incluso un nuovo spazio espositivo, la Giudecca Art District Gallery. Fondatori e direttori artistici sono il veneziano Pier Paolo Scelsi, alla guida dell’associazione culturale One Contemporary Art, e la curatrice Valentina Gioia Levy: il Giudecca Art District avrà il suo fulcro all’interno di un ex cantiere navale e vedrà più di 60 artisti da oltre 30 paesi esporre in 20 mostre temporanee sparse nel distretto, tra lavori di artisti noti sulla scena mondiale come Yoko Ono, Kendell Geers, Kazuko Miyamoto, Moataz Nasr, accanto a giovani artisti contemporanei. Ne abbiamo parlato con il Direttore Generale di GAD, Pier Paolo Scelsi.

Da quali opportunità e necessità è partita l’intera operazione?

Dopo due anni alla direzione dello spazio One Contemporary Art alla Giudecca, sentivo l’esigenza di ampliare questa esperienza, passare a un secondo step e fare qualcosa di più sul territorio. L’occasione si è presentata l’anno scorso quando ho trovato il supporto e la collaborazione di una curatrice romana, Valentina Gioia Levy, con cui abbiamo iniziato a parlare della possibilità di mettere a sistema i tanti elementi positivi che Giudecca ha da offrire, creando sinergie, facendo rete e dando forza alle singole iniziative già attive sull’isola creando una cassa di risonanza per le singole realtà basate in quest’area di Venezia.

Con quale obiettivo?

L’obiettivo era quello di creare un centro permanente dedicato all’arte che esistesse a prescindere dalla Biennale con una programmazione e delle proposte artistiche e culturali che si sviluppassero durante tutto l’anno.

Da chi è costituita la cabina di regia in grado di coordinare tutti gli spazi del nuovo distretto?

La direzione del progetto è affidata a me e a Valentina Gioia Levy, che si occuperà essenzialmente del coordinamento curatoriale e artistico, mentre io mi rapporterò anche con quelli che sono gli aspetti relazionali interagendo con tutte le realtà locali comprese quelle istituzionali.

Come funziona il distretto?

Il distretto funziona essenzialmente su due livelli: da una parte le mostre e i programmi prodotti e curati da noi, dall’altra quelli indipendenti per cui GAD sarà contenitore e cassa di risonanza. Questi ultimi saranno inclusi in tutta la nostra comunicazione, nelle mappe e nel programma distribuito una volta l’anno durante i giorni di apertura della Biennale (Arte e Architettura) e presentato attraverso vari canali, ma la curatela e la produzione sono interamente indipendenti da noi. Idealmente, si vorrebbero organizzare delle aperture coordinate per tutti gli spazi durante tutto l’anno in modo anche da incentivare i visitatori a recarsi sull’isola.

Che tipo di programmazione avrà?

L’obiettivo è quello di riuscire a proporre attività costanti anche se i periodi di più intensa programmazione saranno quelli in concomitanza con la Biennale Arte. Abbiamo intenzione di dare spazio a progetti curatoriali con forte identità e contenuti, come ad esempio l’installazione Body As Home di Aleksandra Karpowicz, in collaborazione con l’October! Collective, che prende in esame la relazione tra fisicità, sessualità e identità, in un invito collettivo a sentirsi “a casa” nel proprio corpo. Vogliamo sostenere artisti giovani e/o mid-career per cui diventa sempre più difficile trovare posto a Venezia, e dare vita ad un luogo che non sia solo una vetrina ma anche uno spazio di riflessione, di ricerca e approfondimento. Lavoreremo con artisti italiani e internazionali interagendo anche con realtà non-profit lontane da Venezia, piattaforme e altri distretti culturali. A ottobre partirà anche una collaborazione con la Venice Design Week per cui stiamo prevedendo diverse iniziative legate ad arte e design.

Quali e quanti sono gli spazi coinvolti?

Il numero degli spazi coinvolti varierà a seconda dei periodi dell’anno, con un picco durante i mesi della Biennale Arte, in cui verranno utilizzati con la funzione di project room anche spazi in disuso o generalmente occupati da attività artigianali, falegnamerie, tappezzerie, trasformati temporaneamente in spazi espositivi. Quest’anno saranno circa una decina, incluso lo spazio di One Contemporary che ospiterà una mostra a cura della galleria Studio la Città di Verona.

In base a quali caratteristiche gli spazi vengono ammessi a far parte del circuito?

Nell’isola esistono spazi con cui andremo a collaborare che già per la loro monumentalità e valenza storico-artistica rappresentano un’eredità importante per tutta l’isola come la Chiesa delle Zitelle del Palladio e l’ex Convento dei Santi Cosma e Damiano, ma anche spazi di natura più industriale che hanno già ospitato negli anni diverse mostre tra cui Officine800 e spazio Silos. Puntiamo per il 2021 ad ampliare ulteriormente il circuito creando un percorso ancora più ricco a cui non poter rinunciare anche nei giorni più pieni dell’apertura di Biennale. Nel circuito di GAD rientra anche la libreria Marco Polo la cui collaborazione ci permette di avere un luogo dove i visitatori potranno trovare in vendita le nostre pubblicazioni e una selezione di cataloghi degli artisti presenti nel circuito.

– Claudia Giraud

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

Scopri di più