Nel contesto di un’indagine internazionale affidata all’analitico lavoro di Peter Fend e Yona Friedman, tra meta-narrazione, teorie su politica ambientale e sovrappopolamento urbano, è ospitata e archiviata la restituzione alla città dell’Open Call dall’omonimo titolo, Filling The Abscence, della personale dell’artista statunitense, fondatore dell’Offices and the Ocean Earth Construction and Development Corporation e dell’architetto e urbanista ungherese, noto per aver partecipato attivamente al movimento culturale dell’architettura degli Anni Sessanta, meglio conosciuto come “Età della megastruttura”.
Una riflessione dovuta, per Genova, che ha visto stravolte le sue dinamiche socio-economiche dopo il crollo del viadotto Morandi, o, come lo chiamano in città, “ponte di Cornigliano”, quartiere icona dello sviluppo e del declino industriale tra Novecento ed epoca contemporanea.
Una mancanza fisica e intellettuale, che ha minato gli equilibri del territorio, le dinamiche del commercio, della mobilità e la qualità della vita di quel proletariato suburbano, già piegato dagli stupri architettonici ed ambientali del Dopoguerra.
Ripercorrendo l’intervento di cutting legale che Gordon Matta-Clark ha compiuto in quei luoghi negli Anni Settanta, la call ha suggerito agli artisti un’azione di riempimento dell’assenza, fisica e concettuale, di quello spazio vuoto.
‒ Maura Ghiselli