La luce oltre la materia. Alberto Di Fabio a Milano

Gaggenau DesignElementi Hub, Milano – fino al 1° aprile 2019. Quando l’arte incontra il design esalta ancor di più la sua capacità di trascendere la materia. Un Alberto Di Fabio insolito, che usa l’oro per accrescere il senso di infinito.

Preziose e dalla forte valenza simbolica appaiono le opere di Alberto Di Fabio (Avezzano, 1966; vive a Roma) al Gaggenau DesignElementi Hub. Visioni galattiche e oggetti di luce a contatto con la funzionalità del design mostrano ancor di più la propria forza magnetica, capace di dischiudere orizzonti infiniti e mondi paralleli.
L’effetto smaterializzante di una pittura astratta e gestuale viene esaltato ancor più dalla dominante dell’oro, dell’aura che avvolge i corpi. L’artista-alchimista sembra toccare ogni cosa e trasformarla in oro, come accade nei mosaici e nelle opere presenti in mostra. Questa particolare selezione di lavori, inclusi nella collezione privata dell’artista, è voluta dal curatore Sabino Maria Frassà per il progetto artistico In–Material che coinvolgerà altri tre artisti, accomunati dal desiderio di spingersi oltre la materia. La forza dell’estetica e della bellezza rappresenta la libertà espressiva dell’artista, che fonde nel suo linguaggio matrici diverse: il carattere onirico del Surrealismo, la tensione metafisica, la ricerca dell’equilibrio classico tra ordine e caos e la capacità di intercettare l’energia cosmica proiettandosi verso il futuro. Un linguaggio fortemente visionario alla luce delle nuove scoperte e intuizioni nel campo della fisica e delle scienze. Non è un caso l’interesse mostrato dal CERN di Ginevra nei confronti della sua ricerca.

Alberto Di Fabio. Trascendenza. Installation view at Gaggenau DesignElementi Hub, Milano 2019

Alberto Di Fabio. Trascendenza. Installation view at Gaggenau DesignElementi Hub, Milano 2019

INFINITO LEOPARDIANO

Attraverso le tele e i mosaici esposti sembra di essere di fronte a neuroni che osservano il cosmo o a visioni interstellari che il colore vuole intercettare e rendere visibili. L’intento è quello di manifestare l’infinito a partire dall’analisi di un singolo dettaglio. Un’intuizione leopardiana che si scatena da un piccolo particolare come può essere il vento che agita le foglie di una siepe. È per mezzo della trasformazione della materia che l’artista finisce per giungere nell’infinito cosmico permettendo anche allo spettatore di sentirsi parte di un tutto.
I titoli delle opere, Dio Quantico, Aura Divina, Corpo Astrale Corpo Fisico, fanno riferimento a un’arte in cui scienza e spirito hanno trovato la propria sintesi, unendo la pittura astratta e gestuale alla ricerca di spazi incommensurabili.  È la pennellata che ha in sé la forza del pensiero, come nella pittura del Seicento che mimava l’infinito.

La Natura non è più però oggetto da indagare, ma supera l’estraneità del soggetto con la centrale presenza dell’uomo nel cosmo attraverso il confronto visivo tra rete neuronale e distribuzione a larga scala dell’universo.
Trascendenza diventa un’anti-mostra contemporanea perché rappresenta una pausa, una sosta meditativa in cui la luce è lo sguardo consapevole che vede tutto, la condizione del risveglio. Le opere appaiono pertanto veicoli di coscienza.

Antonella Palladino

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Antonella Palladino

Antonella Palladino

Ha studiato Storia dell’arte presso le Università di Napoli e Colonia, laureandosi in Conservazione dei Beni Culturali con una tesi dal titolo “Identità e alterità dalla Body Art al Post-Human”. Ha proseguito la propria formazione alla Fondazione Morra e poi…

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