Luigi Ontani a Milano. Tre punti di vista sulla mostra

Galleria Massimo De Carlo, Milano ‒ fino al 16 marzo 2019. Luigi Ontani ripercorre la storia di Palazzo Belgioioso, sede della galleria di Massimo De Carlo, attraverso una serie di sculture in ceramica. Ne parlano tre studentesse della cattedra di Critical Writing della NABA di Milano.

SIMBOLI E MITOLOGIA

Luigi Ontani, Famae Volat, 2017-18. Courtesy Massimo De Carlo, Milano   Londra   Hong Kong. Photo Alessandro Zambianchi

Luigi Ontani, Famae Volat, 2017-18. Courtesy Massimo De Carlo, Milano Londra Hong Kong. Photo Alessandro Zambianchi

Luigi Ontani (Vergato, 1943) riesce sempre a trasportare in un mondo visionario con opere che si raccontano attraverso l’utilizzo di un simbolismo colto e raffinato. Per l’occasione presenta una serie di sculture in ceramica, finemente lavorate e arricchite da dettagli con rimandi a mitologia, araldica e misticismo orientale. Attraverso questi elementi l’artista re-interpreta se stesso e indaga la molteplicità dell’Io. Elementi scultorei bizzarri, spesso accompagnati da riproduzioni del proprio volto, imitano gli stemmi celebrativi di un eroe fiabesco, come nell’opera Albericus Belgioiosum Auroborus (2017-18), posizionata nella sala principale. In molti Lavori esposti sono presenti i simboli della storia di Milano, in particolare della famiglia Belgioioso – ad esempio la scacchiera argento e rossa presente nell’opera MalinCOstaNzIA (2017-18) –, e simboli più storici come Giona divorato dal Biscione, stemma della famiglia Visconti.
Ad accogliere questa composizione sono le mura della sede di Palazzo Belgioioso, eccellenza dell’architettura milanese settecentesca, con cui si crea un legame narrativo coinvolgente. La storia dei Belgioioso è rappresentata con la classica ironia di Ontani che, con colori, oro e simboli di varia entità, riesce a inglobare struttura e sculture in un racconto unico. Da interpretare con curiosità, lasciandosi sopraffare dalla meraviglia.

Lucrezia Arrigoni

ALLEGORIE E CERAMICHE

Luigi Ontani, BellimBustini, 2011-12. Courtesy Massimo De Carlo, Milano   Londra   Hong Kong. Photo Alessandro Zambianchi

Luigi Ontani, BellimBustini, 2011-12. Courtesy Massimo De Carlo, Milano Londra Hong Kong. Photo Alessandro Zambianchi

Le ceramiche realizzate da Luigi Ontani (Vergato, 1943) per gli spazi di Palazzo Belgioioso si frantumano in un caleidoscopio di sguardi. Otto grandi maschere mediano efficacemente con l’architettura settecentesca del palazzo. Albericus Belgioiosae Auroborus: l’apollineo autoritratto di Ontani, incorniciato da un serpente antropomorfo con il becco d’oca, sorveglia la sala dall’alto e rivisita lo stemma della famiglia Belgioioso. Sulle altre pareti, bocche nasi e occhi si aggrovigliano con immutabile equilibrio alle memorie storiche e personali sviscerate dall’artista.
La produzione scultorea di Ontani, che non smentisce legami con la letteratura classica e tributi alle arti visive, fin dagli Anni Settanta ha saputo modellare il contemporaneo con costante integrità e ritualità espressiva. Come nell’opera BellimBustini, dove poeti e figure allegoriche sono miniaturizzate e custodite in nicchie specchianti che smascherano le leziosità dell’Io.

Greta Pasini

STORIA E MASCHERE

Luigi Ontani, Albericus Belgioiosiae Auroborus, 2017-18. Courtesy Massimo De Carlo, Milano   Londra   Hong Kong. Photo Alessandro Zambianchi

Luigi Ontani, Albericus Belgioiosiae Auroborus, 2017-18. Courtesy Massimo De Carlo, Milano Londra Hong Kong. Photo Alessandro Zambianchi

Affreschi, sontuosi lampadari d’epoca, stemmi dipinti. La galleria Massimo De Carlo nella sede di Palazzo Belgioioso si presenta così e accoglie undici estrose opere in ceramica realizzate da Luigi Ontani (Vergato, 1943) per la mostra Albericus Belgioiosae Auroborus. Il maestoso interno dell’edificio, commissionato nel Settecento da Alberico di Belgioioso, si sposa perfettamente con l’estetica vivace delle sculture realizzate dall’artista, dorate, coloratissime e dalle forme più disparate. Ontani riflette sulla storia di Palazzo Belgioioso realizzando alcune maschere che riproducono la propria fisionomia e quella di Alberico, e, attraverso simboli mistici e riferimenti orientali, ripercorre la memoria della casata. Il conturbante e l’esuberante si abbracciano facendo da sfondo a una riflessione sul peso della memoria e sul mistero, che Ontani scuote con impeto travolgente.

Marta Sollima

Questi testi sono stati scritti in occasione del corso di Critical Writing I del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.

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