Nel segno di Carlo Scarpa. Hotel Mo.Ma., la mostra di Monica Marioni a Casa Gallo a Vicenza

A 40 anni dalla scomparsa di Carlo Scarpa, un progetto d’arte contemporanea punta i riflettori su Casa Gallo a Vicenza, tra gli edifici più noti dell’architetto, trasformata per l’occasione in un hotel ideale…

È un dialogo tra contenuto e contenitore, tra le opere esposte e il luogo in cui esse sono allestite, Hotel Mo.Ma, mostra di Monica Marioni (Conegliano Veneto, 1972) che inaugurerà il prossimo 2 febbraio a Casa Gallo, presso Palazzo Brusarosco-Zaccaria a Vicenza, tra le opere più note realizzate dall’architetto Carlo Scarpa. L’edificio infatti, un tempo abitazione della famiglia Gallo, che ne commissionò a Scarpa il progetto di ristrutturazione ai primi degli anni Sessanta, verrà “abitato” dalle opere di Marioni, focalizzando così l’attenzione sul rapporto tra arte e architettura, riflessione, questa, già innescata da Scarpa nel corso della sua carriera: a partire dal 1948, con l’allestimento della mostra retrospettiva di Paul Klee in occasione della Biennale di Venezia, e poi nel corso degli oltre sessanta allestimenti progettati per mostre e musei, che l’hanno reso un punto di riferimento nella teoria e nella pratica dell’allestimento degli spazi per l’arte.

DENTRO L’ARCHITETTURA DI CARLO SCARPA

Hotel Mo.Ma racconterà la trasformazione di un luogo domestico, un tempo abitazione della famiglia Gallo, in un ideale hotel temporaneo abitato dalle opere di Monica Marioni: fotografie, installazioni, opere sonore e performative si avvicenderanno attraverso gli spazi ridisegnati da Carlo Scarpa, dando vita a percorsi imprevedibili e da “wunderkammer scandite da continui détournements estetici e concettuali”. “Abbiamo immaginato un percorso di opere che si snoderà nelle varie stanze, in modo da permettere al pubblico di sentirsi coinvolto da un insieme organico”, racconta ad Artribune Maria Rosa Sossai, curatrice della mostra.Casa Gallo rispecchia la filosofia dell’abitare di Scarpa, il quale aveva una straordinaria attitudine a innovare, senza mai rinunciare a uno stretto rapporto con la tradizione. Diceva che ogni progetto è un rammendo dell’esistente con il contesto, ogni realizzazione è pensata per un luogo preciso ed è un unicum singolare. Era quindi importante che i lavori di Monica si muovessero sulle orme dell’architettura della casa”.

Monica Marioni, HOTEL MO.MA., FAME! Brionvega TV, Iphone, video 2,45 min, 41x34x48 cm, 2015

Monica Marioni, HOTEL MO.MA., FAME! Brionvega TV, Iphone, video 2,45 min, 41x34x48 cm, 2015

COME IN UN HOTEL

Salottini, corridoi, le sale, persino il bagno: tutti gli ambienti dell’abitazione sono coinvolti nel progetto, trasformandosi negli spazi di un ideale hotel. “L’hotel è un luogo strano, in alcuni momenti è accogliente e familiare, in altri asettico ed estraneo; può diventare una casa per due giorni, ma fuori della stanza, è già strada, è già mondo”, ci racconta Monica Marioni. “Da sempre è un set per le più disparate vicende, lì dove si incrociano i destini di tante persone. Casa Gallo è stata realizzata da Carlo Scarpa come dimora privata, ma l’unico modo per far sì che il pubblico la senta come una casa è di trasformarla in un hotel temporaneo, così che il visitatore possa liberamente familiarizzare con le opere, oppure decidere di prendere le distanze da ciò che sente e vede, con la stessa serenità di un ospite che passeggia in una hall”. Ma in che modo l’abitazione di Scarpa viene temporaneamente trasformata da Marioni in un hotel? “Monica con le opere e io con le parole, raccontiamo la storia segreta di una trasformazione, raccogliendo il maggior numero di indizi per leggere lo spazio all’interno del quale ci muoviamo: ambienti aperti e comunicanti tra di loro senza interruzioni, una luce naturale morbida, come in un hotel ed è così che lo spazio domestico si è trasformato in un hotel provvisorio dove le opere accoglieranno il pubblico”, ci risponde Sossai. “La metafora dell’hotel, come luogo di passaggio e provvisorio per eccellenza, esprime l’esigenza di continui cambi di punti di vista, a seconda del luogo, del tempo, della luce. Le trasformazioni continueranno sino alla chiusura della mostra. Il dispositivo adottato è quello di una presenza dell’artista dentro lo spazio, una volta a settimana, ma non sappiamo ancora quello che accadrà. Credo che l’imponderabile e l’imprevedibile siano elementi senza i quali non è possibile creare alcunché. E casa Gallo”, conlude la curatrice, “è il luogo ideale per scoprire altre identità, anche dello spazio stesso. Cambiare nome ai luoghi è una forma di guarigione, anche solo per un breve periodo”.

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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