A cena con l’arte. Chef Alberto Gipponi ci racconta Dina, ristorante-museo a Gussago

Lo chef, già all’Osteria Francescana di Massimo Bottura a Modena, ci racconta come il suo ristorante in provincia di Brescia sia intriso di passione per l’arte e di opere di artisti e designer contemporanei. Soffermandosi sulla speciale amicizia con il gallerista Massimo Minini

Spesso vi parliamo del legame tra arte e cibo: cene d’artista, eventi speciali in cui duettano artistar e chef stellati, ristoranti che nascono all’interno di musei e fondazioni culturali. Tutte occasioni, queste, che consacrano arte e cibo come un binomio perfetto, in cui creatività e – diciamolo anche – una certa sensualità sugellano questa liaison. È tutto questo ma anche tanto altro la storia di uno chef che, invitato da Artribune a raccontare la sua passione per la cucina e l’arte, ci ha letteralmente travolti: dall’arte contemporanea alla musica, dal design alla poesia, fino alla fatidica domanda: “cosa è l’arte e come definirla?”, dibattendo così di estetica con piglio decisamente underground. Chi è lo chef art addicted di cui stiamo parlando? Alberto Gipponi detto “il Gippo”, titolare del ristorante Dina, a Gussago (BS). Ma non si tratta di un semplice ristorante: Dina, infatti, custodisce al suo interno non poche significative opere di artisti e designer contemporanei.

Ristorante Dina di Alberto Gipponi, Gussago (BS)

Ristorante Dina di Alberto Gipponi, Gussago (BS)

LA PASSIONE PER L’ARTE

“Fin da bambino la mia famiglia era divisa in due: le nostre vacanze erano spesso itineranti, andavamo in giro per città italiane ed europee, e funzionava sempre così: io e mio madre entravamo nei musei, mentre mio padre e mio fratello aspettavano fuori”. Sorride mentre ci racconta questo aneddoto familiare Alberto Gipponi (Brescia, 1980), ex chitarrista e laureato in Sociologia che all’età di 35 anni decide di cambiare vita dedicandosi alla sua più grande passione: la cucina. Prima di aprire Dina a Gussago, Gipponi per un anno ha fatto parte del team del maestro Massimo Bottura all’Osteria Francescana a Modena; inizia l’avventura con il suo ristorante nel novembre 2017, ottenendo, nel corso di un anno, diversi riconoscimenti. “Ho un percorso di vita strano”, continua Gipponi. “Fino all’età di 35 anni ho fatto altro, poi mi sono ritrovato a fare il cuoco, e il neon di Jonathan Monk di mia proprietà che si trova nel mio ristorante, ‘Until then if not before’, ha segnato questo mio cambio di vita. Questa opera ha avuto una sua prima nascita nel 2007, con le versioni giallo e blu del neon. La galleria di Massimo Minini nel 2017 ha richiesto a Monk una copia appositamente per me, di colore bianco, e dico sempre che ‘è al centro del buio del mio cuore’. Con questa frase voglio dire che non esiste un momento giusto per fare le cose, ma esiste solo il momento in cui il tuo cuore ti dice che devi farle”.

Ristorante Dina di Alberto Gipponi, Gussago (BS)

Ristorante Dina di Alberto Gipponi, Gussago (BS)

IL RAPPORTO CON MASSIMO MININI

Non è un caso che il Gippo abbia citato Massimo Minini; tra i due infatti intercorre una profonda amicizia, come racconta lo stesso Alberto: “è davvero una fortuna potermi definire suo amico, e ogni volta che viene qui è un regalo, Massimo regala perle di saggezza e aneddoti interessantissimi. È un artista tra gli artisti”. Amicizia che ha dato vita a una singolare forma di collaborazione: all’interno di Dina, infatti, sono esposte opere appartenenti alla galleria Minini, che spaziano da Francesca WoodmanAriel Schlesinger, Nedko Solakov, David Maljkovic, Paul P., Aleksandr Rodčenko. E poi naturalmente non mancano opere della collezione di Gipponi: oltre al già citato neon di Monk, troviamo la Parentesi di Achille Castiglioni e Pio Manzù, le lampade Flos di Gino Sarfatti (1957), le più piccole Bon Jour di Philippe Stark, un divano Chesterfield Monk di fine Ottocento e un’ultima acquisizione, l’opera Dina dell’emergente Tanio Liotta, che “racconta che a volte, tra tanti, qualcuno ce la fa”, ci dice lo chef. Chicca tra le chicche, Gipponi sottolinea con orgoglio che Dina è l’unico ristorante in Italia ad avere la linea di posate Ergonomica di Mepra disegnata dall’icona del design Angelo Mangiarotti e vincitrice del Premio Design Plus nel 1991.

COSA È L’ARTE?

“A me l’arte è sempre piaciuta”, ci dice Alberto, “fino ad arrivare a quella contemporanea, che secondo me ha uno spirito meno definito, un po’ come dice il neon di Monk, ‘Until then if not before?’. Io ho la mia visione, ogni cosa può essere arte, purché chi la fa dia un’anima all’opera e qualcuno si riconosca in quell’anima”. Un’estetica, quella dello chef, che viene applicata anche in cucina. E noi non possiamo fare a meno di chiedergli se l’arte è fonte di ispirazione per i suoi piatti. “È la vita a essere fonte di ispirazione, e se una delle tue passioni è l’arte, qualcosa di essa entra”, ci risponde Gipponi. E in futuro? “Avevo in mente di invitare un artista a trascorrere un mese al ristorante a lavorare insieme, per scambiarci ispirazioni. Vedremo, tutto è possibile”. Vedremo…

– Desirée Maida

www.dinaristorante.it

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

Scopri di più