Scultura o disegno? L’inattualità di Francesco Barocco

Norma Mangione Gallery, Torino – fino al 27 ottobre 2018. Tornano nella galleria torinese le sculture di Francesco Barocco. Che ora si coniugano con disegni di estrema maestria. Sul medesimo supporto.

È un percorso dotato di grane coerenza, quello di Francesco Barocco (Susa, 1972) nel campo – niente affatto “allargato” – della scultura. Se nella personale del 2015 (e nel delizioso stand a Paris Internationale nel 2017, in coppia con Salvo), sempre da Norma Mangione a Torino, l’emergere della tridimensionalità era ridotta a pochi elementi del volto umano (capelli, barbe, nasi, mai compresenti nella stessa opera), nella mostra appena inaugurata i bassorilievi scompaiono del tutto. Resta il supporto scultoreo: gessi che, come nella precedente occasione, sono modellati non-finiti e tagliati di netto nella loro parte frontale. Ed è qui che interviene la seconda tecnica, il disegno, maneggiato con estrema maestria da Barocco.
Sono volti in grafite che si adagiano sulla materia bianca, però senza mai coincidere con essi: il disegno non “prosegue” la scultura. Ad aggiungere complessità al confronto, i graffiti che “sfregiano” ad arte la scultura e il disegno, lanciando messaggi misteriosi al visitatore più curioso.

Marco Enrico Giacomelli

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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