Un caleidoscopico universo di suggestioni estetiche e concettuali invade lo sguardo di chiunque si trovi davanti alle opere di Luigi Ontani (Vergato, 1943), da sempre impegnato nella ricerca dell’alterità, con radici e riferimenti al Surrealismo, all’arte primitiva, al Futurismo. Non c’è tuttavia provocazione, tantomeno l’idea dell’artificio in se stesso.
Favola e mito, sacro e profano, cultura orientale e occidentale, passato e presente sono la cornice di una ricerca di stampo comportamentista che intercetta anche l’aspetto ludico dell’arte. Fotografie come tableaux vivants, occasioni per omaggi alla storia dell’arte, gesti di conquista dello spazio artistico, comportamenti performativi, citazioni letterarie. La fascinazione per l’Oriente emerge nelle maschere tribali in legno scolpito, che ripercorrono antiche tecniche di lavorazione e insieme scavano nel profondo di una cultura che si fa stigma delle radici arcaiche e segrete di tutta l’umanità.
‒ Niccolò Lucarelli