La potenza dei colori che si contrappone al bianco e nero dei volti che a loro volta si rispecchiano nella freddezza di una grande scultura metallica. Questi sono solo alcuni degli elementi che popolano la Project Room del MAAT a Lisbona. L’artista, Ângela Ferreira (Mozambico, 1958), è di origine portoghese ma nata e cresciuta in Mozambico durante la triste parentesi dell’Apartheid che influenzò tutto il suo lavoro. Da sempre ci si chiede quanto il colonialismo e il post colonialismo abbiamo davvero inciso nella società contemporanea e quanto i problemi di salvaguardia e spartizione del territorio abbiano portato a tristi conseguenze. Nella sala riservata a Ângela Ferreira al MAAT è raffigurata una storia fatta di personaggi che lavorano insieme; si tratta di un grande murale ispirato a quelli realizzati dal muralista Diego Rivera, artista messicano estremamente influente e politicizzato, vissuto a cavallo tra la fine dell’800 e la seconda metà del secolo scorso, anche compagno di Frida Kahlo. Si riconoscono i volti noti di Miriam Makeba e George Wright che a differenza di tutti gli altri sono disegnati in bianco e nero. La prima è una celebre cantante sudafricana costretta ad emigrare negli Stati Uniti a causa delle conseguenze del proprio attivismo; George Wright, invece, è un famoso criminale di origine americana che dopo più di quarant’anni viene arrestato in Portogallo. Tutta l’esposizione è inoltre un continuo richiamo alla vita dell’artista, in maniera sottile raccontata attraverso le opere.
– Valentina Poli
Lisbona // fino all’8 ottobre 2018
Pan African Unity Mural
MAAT
Av. Brasília, 1300-598 Lisboa, Portogallo
www.maat.pt/en