Tra presenza e assenza. I Santissimi a Cagliari

EXMA, Cagliari ‒ fino al 16 settembre 2018. Vita e morte, luce e oscurità, essere e non essere, presenza e assenza. Tra questi estremi, presunti, si trova l’universo sottile dei SANTISSIMI, in mostra a Cagliari.

Lo spazio EXMA si riconferma importante centro per l’arte contemporanea con la prima antologica dei SANTISSIMI, duo composto da Sara Renzetti e Antonello Serra.
La mostra, a cura di Simona Campus, svela la complessità di una ricerca artistica quasi decennale grazie a una selezione accurata e a un allestimento elegante e funzionale, capace di accentuare la potenza delle opere.
Un preciso impiego di luci accompagna lo spettatore nella penombra teatrale delle prime sale. Il palcoscenico si apre con In Vivo, installazione che emerge dall’oscurità mostrando due capsule rettangolari che contengono una figura femminile e una maschile a grandezza naturale. La struttura sembra creata ad hoc per mettere in risalto l’incomunicabilità tra uomo e donna, impedendo una diretta interazione. Solo l’intervento provvidenziale dello spettatore permette un fuggevole contatto tra i due, mettendo in luce per pochi istanti la perfezione di dettagli fisici mai fini a se stessi.
Segue Requiem, ciclo che affronta il tema del passaggio tra la vita e la morte superando i confini dei generi artistici, con risultati dalla forte componente fotografica e scultorea. Fondamentale il ruolo della luce, che plasma dall’interno enormi visi, creature con una propria personalità e un proprio nome, e che sembra raccontarne la storia prima della morte. Ma che cos’è la morte? Calma, solennità e mistero, sembrano rispondere Amad, Maria Celeste, Demetrio, destandosi dal sonno.

I Santissimi, In Vivo, 2013 (particolare). Photo Claudio Cappai

I Santissimi, In Vivo, 2013 (particolare). Photo Claudio Cappai

FIGURE DELL’ECCESSO

Progressivamente la penombra viene meno in favore di una luminosità diffusa che avvolge i piccoli corpi in silicone della serie Natural History. In questa “commemorazione fossilesecondo la definizione dei SANTISSIMIla resina diventa strumento per conservare la memoria di un ipotetico passato o futuro, in cui la minuziosità dei dettagli si fa espediente per cogliere la straordinaria varietà dell’esistenza, in tutte le sue peculiarità, anomalie, stranezze, passioni, desideri. Dunque, cos’è la vita? Comprensione e accettazione delle differenze, sembra rispondere questo campionario di “possibili figure dell’eccesso”.
La perizia scientifica degli artisti diventa ancor più manifesta in Omnis, “quotidiano e inconsapevole canto alla vita” in cui le feci non sono decantate, alla maniera di Piero Manzoni, ma schedate ed esibite in una forma di comune vitalità e uguaglianza.

I Santissimi, Êpave, 2016. Photo Claudio Cappai

I Santissimi, Êpave, 2016. Photo Claudio Cappai

UN NUOVO INIZIO

Il centro fisico ed emotivo della mostra è occupato dall’anatomia impossibile, intensamente attuale, di Épave: relitto, corpo corale che si scompone diventando somma di migliaia di corpi alla deriva. Il naufragio è passato, ciò che resta è una pacifica inquietudine che diventa simbolo della triste realtà di cui siamo spesso spettatori passivi.
Passando per Migrants, autoritratto degli artisti in forma di uccelli migratori, si giunge a Mom, ammasso di carne che diventa materia da plasmare annunciando un nuovo, auspicato inizio. Nell’attesa dell’ultimo tassello di questa esaustiva antologica, una grande installazione site specific che sarà presto posta sulla facciata dell’EXMA, non ci resta che “ripensare il modo di guardare a noi stessi e agli altri, di riconoscerci in quelle che chiamiamo anomalie, riconsiderando profondamente la nostra comune umanità” (Simona Campus).

– Elisabetta Masala

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Elisabetta Masala

Elisabetta Masala

Nata a Cagliari, si laurea in Storia dell'arte formandosi tra la Sardegna, la Spagna e Roma. Nel 2014 consegue il diploma di Specializzazione in beni storico-artistici presso l'Università di Roma “La Sapienza” con una tesi in Storia dell'arte contemporanea. Si…

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