Linguaggi di resistenza. Andrea Bowers a Milano

Galleria Kaufmann Repetto, Milano ‒ fino al 2 giugno 2018. A distanza di qualche anno, la seconda personale dell’artista e attivista americana si presenta interamente votata a riconoscere uno stato di guerra, di attacco alla democrazia. Tra casse armate, giochi linguistici, installazioni a parete e parole censurate scritte al neon.

La seconda mostra personale di Andrea Bowers (Wilmington, 1965) da Kaufmann Repetto ruota attorno a un nuovo video che l’artista americana ha registrato durante il secondo giorno di insediamento della presidenza Trump. Proteste e marce a Washington D.C. permettono all’artista di focalizzarsi su azioni e pensieri di due diversi gruppi di attivisti, producendo una sorta di documento d’archivio per uno dei momenti più fragili, secondo Bowers, per l’intero assetto democratico americano.
In mostra, le sovrapposizioni causate dalla soppressione delle minoranze, così come le alleanze politiche, guidano Disrupting and Resisting come se fossero invisibili forze latenti che continuano a scrivere e riscrivere le forme della resistenza umana. Il lavoro più significativo, su questo versante, è il neon a parete Forbidden Words Illuminated, una controcensura, una continua emersione delle parole vietate recentemente dall’amministrazione Trump (da “transgender” a “fetus” a “vulnerable”).

Ginevra Bria

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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