Flash Art si è laureato

Cristiano Seganfreddo ripercorre la storia di “Flash Art”, a poco più di un mese di distanza dal conferimento della laurea ad honorem al suo fondatore, Giancarlo Politi.

Un Flash. Senza mediazione. Non mediato quanto immediato. Che acceca. Ovvero fa il suo. Come quello che rappresenta. Fino a infastidire. Uscì dalle rotative dei Salesiani, perché i meno cari, nella lontana quanto bellissima Macerata: così Flash Art. Cinquant’anni fa. Giancarlo Politi, che insegnava non distante, nato a Trevi, poeta, con la liquidazione fece nascere un baluardo della contemporaneità, prima del ’68. Faceva tutto lui. Viaggiava, scriveva, impaginava, distribuiva. Scaricava con il furgoncino migliaia di riviste a Kassel o stampava mille biglietti falsi della Biennale. Con indomiti editoriali come “Dico No alla Biennale” e le sue lettere al direttore, ha creato uno stile. Il suo. In un’Italia del boom economico ma ancora alle prese con i suoi, mai passati, moralismi e Caroselli, intellettuali, Pasolini e Rumoriani. Lui che era stato alla metà degli Anni Cinquanta un vincitore di Lascia o raddoppia?, materia poesia, nello stesso anno di John Cage, esperto di funghi che pure suonò una vasca vuota davanti a Mike.

Giancarlo Politi ph. Piotr Niepsuj

Giancarlo Politi ph. Piotr Niepsuj

COSCIENZA APERTA

Un’Italia epica, a parole, e ancora contadina, nei fatti, Flash Art, come un foglio quasi carbonaro, divenne una coscienza aperta e porosa delle avanguardie, portando e generando movimenti, discussioni, azioni, polemiche. Energia e attenzione. Diventando l’unico organo di informazione sul contemporaneo in Italia. Il resto è storia. I primi Celant o Bonito Oliva, Kounellis o Koons, Cattelan o Gioni sono la maturazione di un’idea testarda e mai doma. Di una straordinaria capacità progettuale che ha trovato poi in Helena Kontova, compagna per una vita, l’apertura internazionale. Chi si occupa di contemporaneo – critico, artista, giornalista, curatore, editore, direttore – si è formato su quelle colonne che avevano il logo disegnato in Helvetica da Getulio Alviani, un gigante da poco scomparso. L’Accademia di Macerata ha recentemente conferito la laurea ad honorem a Giancarlo Politi, istituzione non istituzionale, situazionista fantasista.

Cristiano Seganfreddo

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #42

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