Il nuovo progetto di Nico Vascellari è una Bisca clandestina. Al Basement di CURA a Roma

Cinque appuntamenti saranno condotti in forma di happening e offriranno un modo diverso di fruire l’oggetto mostra. Ne abbiamo parlato con l’artista.

È clandestino il nuovo progetto di Nico Vascellari (Vittorio Veneto, 1976) negli spazi, a pochi passi da piazza Mazzini, del Basement romano di CURA., il duo curatoriale fondato da Ilaria Marotta e Andrea Baccin, alla guida anche dell’omonima rivista. Dal 21 febbraio, fino al 21 marzo l’artista presenterà infatti una mostra personale atipica: non sarà un percorso espositivo tra opere e oggetti, quanto un insieme di quattro happening che si svolgeranno come in una sorta di fight club alla presenza di sole 33 persone ammesse, che potranno partecipare su invito o su prenotazione. Per la quinta serata è previsto un evento speciale, sul quale tuttavia, non sono ancora stati divulgati dettagli. Si chiama Bisca, e il nome non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Il riferimento è proprio ai luoghi del gioco d’azzardo, dove amici, nemici, furbi e gonzi si ritrovano per giocarsi il denaro, il destino, a volte la vita.

UN COLPO DI DADO NON ABOLIRÀ MAI IL CASO

Protagonisti saranno i numeri, il caso, i dadi, grandi classici nella poetica dell’artista di Vittorio Veneto. “Il fascino che la numerologia ha da sempre suscitato in me”, spiega, “non credo possa rappresentare una sorpresa per nessuno. Bisca Vascellari nasce da qui e certamente non si può negare sia in parte una riflessione sull’arte e il suo mercato. È pur sempre vero che all’interno di queste dinamiche io rimango comunque un’artista e le mie preoccupazioni sono altrove. Basement Roma è uno spazio sotterraneo e no-profit, due caratteristiche che è piuttosto facile ritrovare nel mio percorso.  Perché non utilizzare dunque un’occasione come questa per sperimentare dinamiche non solamente contemplative rispetto all’idea di mostra? Gli esercizi stilistici non hanno mai fatto per me”. Lo spazio diventerà dunque un luogo di gioco, in cui le regole di fruizione saranno decise dall’artista e dai partecipanti, o forse saranno fluide e dettate dall’occasione del momento.

Nico Vascellari

Nico Vascellari, Scholomance (I), Palais de Tokyo, 2017, Ph. Guillaume Lebrun, Courtesy the artist.

NESSUNA FOTO, PLEASE

Questo ancora non è dato di saperlo. Ciò che è certo è che per sapere che cosa accadrà bisognerà essere in loco, perché non sarà possibile riprendere il tutto con il cellulare (né telefonare). Le serate saranno dunque trasmissibili solo in forma di racconto e di ricordo e per ricostruire l’intero percorso bisognerà probabilmente montare le proprie esperienze con quelle altrui dal momento che l’esiguità degli accessi non permetterà di essere presenti a tutti gli avvenimenti.
E d’altra parte non si è mai visto un luogo clandestino con fotografo, e d’altra parte ciò che avviene in questi luoghi, resta in questi luoghi, dal Medio Evo ad oggi. “Quello che posso anticipare di Bisca Vascellari è che offrirà una modalità diversa di acquisire le opere, certo fondata sulla scommessa ma anche su generosità e leggiadria. Ogni serata sarà condotta da me insieme al team del mio studio e a quello di CURA. con la partecipazione di ospiti speciali, diversi per ogni appuntamento”  conclude Vascellari, raggiunto da Artribune. Tutto il resto è performing art.

Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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