Ed ecco arrivato il 2018, quello che è stato ribattezzato come l’“anno di Palermo”. Un anno cruciale e intenso, che vedrà il capoluogo siciliano impegnato nel duplice ruolo di Capitale Italiana della Cultura e di sede ospitante della 12esima edizione di Manifesta, la biennale d’arte contemporanea itinerante che verrà inaugurata il prossimo 16 giugno. Ma soprattutto, un anno che si contraddistinguerà per la varietà e la quantità di eventi che si susseguiranno a ritmo incalzante nell’arco dei prossimi mesi, e di cui iniziano a essere disvelate le prime anticipazioni. Una delle manifestazioni che a partire da aprile animerà la scena artistica palermitana è Cassata Drone, il progetto ideato dall’artista g. olmo stuppia e curato da Giovanni Rendina che culminerà in una mostra site specific che vedrà protagonisti RAQS Media Collective, Maria Domenica Rapicavoli e Stefano Cagol.

IL TITOLO E IL CONCEPT DEL PROGETTO
“Cassata Drone è un progetto che nasce da uno studio della città e riprende, nel titolo volutamente provocatorio, l’idea della cassata e del drone”, spiega ad Artribune g. olmo stuppia. Cassata Drone si pone l’obiettivo di lavorare su contrasti, sbordature e ossimori che convivono nella terra siciliana, attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea. “Il titolo nasce dall’unione delle parole cassata e drone. La prima, che deriva dal termine arabo ‘quas’at’ e significa ‘bacinella’, è metafora dei vari livelli di colonizzazione che si sono succedute a Palermo, a partire dai Fenici che hanno portato in Sicilia le mandorle fino ai conquistatori successivi che hanno portato altri ingredienti che compongono la cassata”. Cassata Drone è un progetto che si articola in residenze, incontri, mostre e dibattiti, aventi come fine quello di offrire al pubblico una visione estetica e artistica di Palermo attraverso due nuclei tematici: la cassata, simbolo della tradizione gastronomica isolana, e il drone, l’aereo militare a pilotaggio remoto di cui i cieli e le terre siciliane sono la base ideale. La cassata siciliana incarna l’humour, la storia e le dominazioni siciliane “zuccherando” metaforicamente la parola “drone”, ossia “ronzone”, un tempo fuco senza pungiglione e oggi minacciosa macchina militare. “Nel nostro progetto”, continua stuppia, “assimiliamo le forme e l’estetica della cassata – simbolo indiscusso della Sicilia – a quelle del drone, simbolo a sua volta della presenza militare della Nato sull’Isola. In particolare, siamo interessati alla forma dell’oggetto drone, al suo modo di funzionare e di creare un’economia nel paesaggio siciliano che è completamente aliena ai cittadini”.

IL PROGRAMMA E LE COLLABORAZIONI
Sede della mostra e dei progetti legati a Cassata Drone sarà un appartamento sito al sesto piano di un palazzo in stile razionalista nel cuore del quartiere Kalsa. La casa/laboratorio aprirà le sue porte al pubblico dal 20 giugno al 20 settembre, e non sarà soltanto uno spazio dedicato all’indagine artistica, ma anche a progetti che vedranno il coinvolgimento dell’intero quartiere. “Nel corso dei mesi si susseguiranno all’interno degli spazi di Cassata Drone artisti e ospiti che contribuiranno alla costruzione della griglia teorica del progetto e allo sviluppo di un rapporto con il quartiere”, spiega stuppia. “Ad aprile partiranno le attività della casa e l’appartamento diventerà una sorta di incubatore che includerà anche progetti e collaborazioni con le scuole e le realtà del quartiere. Durante i mesi di Manifesta, lo spazio aprirà al pubblico e avremo un programma che coinvolgerà docenti e artisti internazionali”. L’intero progetto culminerà in una mostra che vedrà protagonisti RAQS Media Collective – collettivo di agitatori culturali e artisti fondato a New Delhi nel 1991 già curatori della settima edizione di Manifesta svoltasi in Trentino Alto Adige nel 2008 –, l’artista siciliana con base a New York Maria Domenica Rapicavoli e il trentino Stefano Cagol.
– Desirée Maida