Comunicare l’esperienza. Alex Mirutziu a Bruxelles

Galerie Marie-Laure Fleisch, Bruxelles ‒ fino al 21 ottobre 2017. Prima personale di Alex Mirutziu negli spazi della gallerista belga. Muovendosi tra performance, scultura e disegno, Mirutziu indaga gli interstizi dell’espressione verbale, ispirandosi alla poetessa e filosofa Iris Murdoch.

Dello iato fra il detto e il non detto aveva già parlato Derrida, teorico della “différance”, ponendo l’accento sul gap fra il messaggio e l’essere che lo enuncia. E quando la possibilità di una chiara espressione è ostacolata da un malessere fisico ‒ come il morbo di Alzheimer contratto da Iris Murdoch in tarda età – non si può che ricorrere alla plasticità fatta di gesti corporali ed espressioni del viso. Attraverso le sculture e i disegni realizzati per la prima personale belga, Alex Mirutziu (Sibiu, 1981) indaga i meandri della comunicazione ‒ i suoi margini ‒, scomponendo letteralmente i pensieri e l’immagine della filosofa inglese. I costrutti logici di Murdoch divengono impalcature precarie su cui si erge il suo capo, mentre i disegni mettono a fuoco la difficoltà a richiamare i concetti archiviati nella nostra memoria.
Nel mediometraggio Dignity to the unsaid (2017), un ascensore diviene il contesto straniante in cui tre personaggi riflettono sull’esperienza e su quanto ci sia di soggettivo in essa. Tacendo a turno, i tre enfatizzano l’apparato meta-espressivo della comunicazione verbale, la gestualità, l’unico a cui la filosofa aveva potuto affidare la divulgazione dei più sottili pensieri.

Martina Lolli

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AutoreAlex Mirutziu
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Martina Lolli
Curatrice e giornalista freelance nei settori di arte e musica. Dopo aver frequentato “La Sapienza” e l’Accademia di Brera (comunicazione e didattica per l'arte contemporanea) conclude la formazione con il corso per curatori CAMPO 14 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Attualmente redattrice per Artribune e OUTsider magazine, si dedica a progetti in cui arte, musica e scrittura si contaminano creando cortocircuiti estetici e favorendo una sensibilità allargata. Ha curato "Quello che rimane", prima personale del collettivo minimalista Minus.log al Museolaboratorio di Città S.Angelo (Pescara, 2016); "Our generation. Pittura emergente in Italia" con A. Zimarino (XVIII Biennale dell'Arte di Penne, Pescara, 2015); "Formazioni della luccicanza" con C. Fiasca a Palazzo Parissi di Monteprandone (Ascoli Piceno, 2015); "INCODEC" con I. D'Alberto, G. De Cerchio e M. Sconci al MUSPAC di L'Aquila (2015). Ha contribuito alla pubblicazione del volume "CORPO estraneo/straniero" (ed. Verdone) dedicato alla storia della performance art in Abruzzo con un capitolo sulla città di Teramo.