Palermo a Palermo. Il Suono dei Fiumi è il secondo atto di una trilogia che l’artista e musicista Alessandro Librio (Erice, 1984) dedica alla sua città d’adozione. Se in occasione della 54. Biennale di Venezia, nel 2001, diffondeva, live, il frastuono del traffico di Palermo fra le calli della Serenissima, qui è autore di una installazione sonora di public art lunga 2.940 metri. Servendosi di una ricercata tecnologia di registrazione, lungo il percorso arabo-normanno Unesco, Librio affonda nella memoria geologica di Palermo e le restituisce il suono dei fiumi Kemonia e Papireto, che scorrono sotterranei e deviati dal loro letto naturale nelle viscere del centro storico.
Il progetto, a cura di Giusi Diana, non si risolve nelle ventiquattr’ore del loop sonoro, ma si snoda attraverso due mostre, una storico-documentaria e l’altra artistica, allestite presso l’Archivio Storico Comunale e la Chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano, all’interno della Biblioteca Comunale recentemente restaurata: un’installazione site specific, video, fotografie e dittici a carbone su tela grezza. Librio è un rabdomante di segni: a evocare la linea di confluenza dei due fiumi della città, la forma a ipsilon ritorna come una nenia.
‒ Giusi Affronti