Uno degli aspetti cardine della ricerca di John Smith (Walthamstow, 1952) è giocare sui confini tra finzione e apparente oggettività della ripresa. La Galleria Alma Zevi di Venezia ospita la mostra Films in Sheep’s Clothing che propone quattro film dell’autore e alcune fotografie di frames a sintetizzare la ricerca da lui condotta dagli Anni Settanta sino a oggi.
In esposizione Om (1986), Dad’s Stick (2012) e Steve Hates Fish (2015), ma è soprattutto la pellicola The Girl Chewing Gum (1976) ad averlo reso celebre. Il film è costituito da due sequenze: la prima si svolge in un incrocio vicino a un cinema nel quartiere Hackney di Londra, dove le persone che camminano e le automobili in movimento sembrano guidate dalla voce narrante dell’artista. La seconda parte svela invece che Smith si trova in un terreno all’aperto a Letchmore Heath, a quindici miglia di distanza dalla scena precedente, certificando così l’inganno del film che già si era parzialmente palesato attraverso lo scostamento temporale tra gli accadimenti e le indicazioni. È un’opera che ragiona sul linguaggio, sulla funzione dell’autore e sul fallimento dell’oggettività narrativa della parola e dell’immagine.
– Carlo Sala