Rauschenberg a Venezia. Doppia mostra alla Fondazione Cini, partendo dal rapporto con Warhol

Uno tra i più grandi geni del secondo Novecento, resistente alle etichette, sperimentatore indefesso e appassionato esploratore dei segni del contemporaneo. Venezia celebra Rauschenberg grazie all’accordo tra due fondazioni.

Nome di punta della Fondazione Cini, in occasione della prossima Biennale di Venezia, sarà Robert Rauschenberg, grazie a un progetto promosso dalla Faurschou Foundation, istituzione culturale con sede a Copenaghen e Pechino. Due le mostre: “Us Silkscreeners…” e “Late Series”, che raccontano il volto più maturo del grande artista americano, gli anni dei riconoscimenti più illustri e quelli dell’exploit internazionale che lo avrebbe consegnato alla storia.

QUEL GIORNO NELLO STUDIO DI WARHOL

Nel 1962 Robert Rauschenberg è un 37enne in carriera, impegnato a consolidare il successo consistente maturato grazie ad alcune serie iconiche, come i White paintings, i Black paintings e i Combines. L’anno dopo avrebbe avuto la sua prima retrospettiva istituzionale, presso il Jewish Museum di New York, e nel ’64 avrebbe vinto il premio come miglior artista straniero alla Biennale di Venezia: primo americano ad aggiudicarsi il titolo. Ma il ’62 è una data che segna un passaggio importante per la carriera di Raschenberg, illuminato precursore della rivoluzione Pop ed esponente di punta di quel New Dada che mischiava espressionismo astratto, objet trouvé e ready made, immagini mediatiche, simboli della cultura americana e stralci del reale manipolati con straordinaria energia fisica e concettuale.

Robert Rauschenberg, Renascence, 1962, ol and silkscreen ink on canvas, 91.4 x 91.4 cm

Robert Rauschenberg, Renascence, 1962, ol and silkscreen ink on canvas, 91.4 x 91.4 cm

Quell’anno avrebbe incontrato per la prima volta la serigrafia. Proprio durante una visita allo studio di Andy Warhol, più o meno suo coetaneo ma assai più giovane dal punto di vista artistico. L’incontro con quella nuova tecnica, di cui chiese ragguagli al collega, fu rivelatore. E lo condusse nuovamente, dopo l’esperienza con gli assemblaggi oggettuali, al lavoro sulla bidimensionalità. Fotografie, ritagli di giornali, pittura e tecnica serigrafica si combinavano secondo partiture imprevedibili, esattamente com’era accaduto con i reperti del quotidiano tramutati in nuovi organismi plastici esteticamente modificati.

DUE MOSTRE A VENEZIA

“Us Silkscreeners…” è una mostra-focus dedicata alla pratica serigrafica messa a punto da Rauschenberg, passando dal rapporto con Warhol: l’incipit del percorso coincide proprio con due opere di entrambi, rispettivamente Renascence e One Dollar Bill, completate proprio nel 1962. “Late Series” si concentra invece sugli ultimi lavori dell’artista, con le serie Shiners, Urban Bourbon, Night Shades, Borealis, Anagram, Scenarios e Runt, rappresentate da due opere per ciascuna. In mostra anche una “study room”, in cui esplorare più a fondo la ricerca di Rauschenberg attraverso opere cinematografiche e letterarie. Per la Faurschou Foundation si tratta di una nuova tappa di un percorso di diffusione e valorizzazione del lavoro dell’autore statunitense, già promosso con diverse iniziative tra la Cina e la Scandinavia.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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