Orti della germinazione. Giuseppe Carta in Toscana

Piazza del Duomo e Chiesa di Sant’Agostino, Pietrasanta // Pontile, Forte dei Marmi – fino all’11 giugno 2017. L’artista di origini sarde regala alle due città toscane un percorso surreale tra natura, astrazione e iper-realismo.

Accade a Pietrasanta, dove il marmo incontra l’arte, che la natura si faccia portavoce di artistiche provocazioni e surreali mise-en-scene a opera di Giuseppe Carta (Banari, 1950).
Curata da Luca Beatrice, con la regia di Alberto Bartalini, l’antologica Orti della Germinazione si snoda tra la Piazza Duomo e la Chiesa di Sant’Agostino, per giungere fino al pontile della vicina Forte dei Marmi.
Un contrasto di accese cromie in cui il rosso fuoco di un peperoncino di diciassette metri, denso di significati e suggestioni metaforiche, troneggia nella piazza principale. La scultura pop è solo la prima di una lunga serie di opere affini realizzate in materiali diversi, “germinate” lungo un percorso coreografico orchestrato da Bartalini, che raggiunge l’apoteosi della creatività all’interno della chiesa sconsacrata.
Altari, pizzi, immagini, si miscelano in un’edita tavola imbandita dai sacrali e profani riferimenti, in cui l’elmetto natura spicca nelle forme di frutta levigata e sinuosamente perfetta, dove si esalta, adagiata su un tappeto verde, fino a fondersi, divenendo pura astrazione metafisica.

Giuseppe Carta, Asino, 2009

Giuseppe Carta, Asino, 2009

DOPPI REGISTRI

Un iper-realismo che si ritrova nei quadri a olio proposti all’interno delle sale attigue, un’arte di meravigliosa veridicità e raffinatezza, che ricorda i grandi maestri del passato, ma che, nel tradire una scelta cromatica vibrante di accesi rossi, blu e verdi, rivela un profumo di modernità, il quale, unito alla linea pulita e talvolta finemente geometrica dell’oggetto ritratto, sembra avvicinarsi al minimalismo del design contemporaneo.
Commovente la bellezza dei pizzi sardi ritratti in svariate opere, affiancati da tele di cristalli la cui trasparenza ammalia lo sguardo e comunica il profondo affetto e attaccamento per la terra d’origine coltivato da Carta durante la sua carriera artistica.
La natura, i riferimenti alla Sardegna, vengono proposti in un doppio registro stilistico, che affianca la raffigurazione su tela in ambienti classici all’utilizzo dello spazio pubblico. Le opere entrano in dialogo con architetture di periodi diversi, provocando suggestioni ancor più impattanti e ridisegnando lo spazio urbano.

Giuseppe Carta, Composizione con bicchiere verde, 2004

Giuseppe Carta, Composizione con bicchiere verde, 2004

L’ABBONDANZA DELLA VITA

La melagrana, scultura creata nel 2012 come scenografia del Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli a Lajatico in Toscana e poi divenuta simbolo dell’Andrea Bocelli Humanitarian Award, è presente all’interno della mostra in svariate esecuzioni sia su tela sia in forma scultorea, la più interessante delle quali è collocata sul pontile di Forte dei Marmi.
Il frutto allude metaforicamente all’abbondanza della vita, uno sviluppo pacificamente florido, che ha trovato riscontro anche nella collaborazione professionale tra Carta e la Fonderia Artistica Mutti Francesco, la Fonderia d’Arte Massimo del Chiaro e il laboratorio di scultura Massimo Giannoni, il cui esito proficuo è stato ampiamente riconosciuto dal Comune di Pietrasanta nel corso degli anni.

Elena Arzani

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Elena Arzani

Elena Arzani

Elena Arzani, art director e fotografa, Masters of Arts, Central St. Martin’s di Londra. Ventennale esperienza professionale nei settori della moda, pubblicità ed editoria dell’arte contemporanea e musica. Vive a Milano e Londra.

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