Una clinica per il desiderio. Ecco l’ultima performance della scandalosa Emma Sulkowicz

Premio Woman of Courage 2016, a soli 24 anni l’artista è fra le performer più seguite negli Stati Uniti. La sua precedente azione Carry the Weight, nata da una presunta violenza sessuale, ha scatenato cause legali e discussioni sul tema del corpo delle donne

La performance si svolgerà dal 13 al 29 gennaio, complice il Philadelphia Contemporary, una piattaforma non-profit per la ricerca contemporanea. A promuoverla, l’artista newyorkese Emma Sulkowicz, che ha installato in uno spazio non connotato della città, una clinica medica che ha definito “parafinzionale”, dove “fornire una cura rivoluzionaria per il desiderio umano”. La performance si svolgerà in sessioni one-to-one di 30 minuti, con l’artista nel ruolo di “dottoressa Sulkowicz” che agisce servendosi negli incontri del metodo da lei stessa brevettato con il nome Healing Method. Il trattamento consentirebbe ai clienti-partecipanti di soddisfare i propri desideri attraverso percorsi personalizzati che vengono sviluppati in loco dall’artista insieme al paziente. Sono tantissimi gli incontri che l’artista ha fissato, raccogliendo un benchmark importante sul concetto di desiderio: per la prima settimana sono quasi 130 gli appuntamenti in agenda. Di origine giapponese, cinese e ebrea, l’artista americana ha sperimentato più volte il tema del desiderio nelle sue precedenti performance, vincendo nel 2016 il Woman of Courage Award. Tra le sue performance del passato più discusse c’è Carry that Weight (2014 -2015): un progetto molto controverso, che ha scatenato una tempesta di reazioni e critiche, ma anche di azioni legali, che hanno messo la giovane creativa sotto i riflettori.

LA PERFORMANCE E LE CAUSE LEGALI

In un momento storico in cui il tema della violenza sulle donne sta avendo grande risonanza a livello mondiale l’azione di Emma Sulkowicz ha avuto grande impatto per i contenuti affrontati e per l’aspetto “pubblico” del suo gesto. La giovane, classe 1992, due anni fa ancora studentessa universitaria alla Columbia attraversava, infatti, la città trasportando un materasso (del genere di quelli utilizzati nel dormitorio dell’Ateneo), denunciando così una violenza sessuale subita in università da un compagno di corso. La Sulkowicz, che con questo progetto ha inoltre incoraggiato altre tre presunte vittime dello stesso ragazzo a raccontare la propria esperienza. Si è per giunta presentata alla sessione di laurea con l’ingombrante oggetto. Lo studente sarebbe stato, infine, dopo le opportune verifiche, ritenuto non colpevole e avrebbe reagito controdenunciando l’Università e il professore di entrambi, Jon Kessler, che avrebbe a suo parere sostenuto la giovane artista a proseguire in quella che poi è diventata “la performance del materasso”. I procedimenti legali sono ancora in corso. Ma l’azione non ha avuto solo risultati negativi. Molti infatti hanno sviluppato una reazione empatica con l’artista, confidandole gli abusi subiti. Con l’ultimo progetto, The Healing Touch Integral Wellness Center, l’artista inverte pertanto, grazie a questo primo risultato, le parti e lascia che sia lo spettatore a mettersi in discussione.

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Redazione

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